In Spagna, la questione migratoria ha raggiunto livelli allarmanti, con un incremento significativo degli arrivi di migranti irregolari, soprattutto provenienti dall’Africa. I dati parlano chiaro: tra giugno e agosto del 2023, più di 2.600 persone sono sbarcate sulle coste delle Isole Canarie, segnando un aumento del 19,4 per cento rispetto all’anno precedente. Questo incremento rappresenta una minaccia per il fragile equilibrio dell’arcipelago, che ha già chiuso l’estate migratoria più intensa degli ultimi 30 anni. Dietro a questi numeri si nasconde una realtà complessa e drammatica di una nazione diventata l’epicentro delle rotte migratorie africane: il Mali, dilaniato da una guerra civile che si è intensificata dal 2021, è diventato il principale Paese di origine dei migranti diretti verso la Spagna. La maggior parte di loro non sono semplicemente migranti economici, ma rifugiati in fuga da conflitti violenti. Questo fa sì che la Spagna accetti il 96 per cento delle richieste di asilo provenienti da cittadini maliani. La rotta migratoria attraversa la Mauritania, un Paese già sovraccarico, con circa 200mila rifugiati maliani su una popolazione totale di appena cinque milioni. La situazione è resa ancora più complessa dalla geopolitica internazionale. L’intervento militare russo in Africa, con la presenza di unità come l’Africa Korps (ex Wagner Group) o l’oscura Bear Brigade in Burkina Faso, ha contribuito a destabilizzare ulteriormente la regione del Sahel. La Russia, dopo la morte del leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha intensificato le sue operazioni nel continente africano, coinvolgendo diverse centinaia di uomini armati che, invece di combattere i ribelli, sembrano concentrarsi sulla protezione dei leader golpisti locali.
In questo contesto, il presidente spagnolo Pedro Sánchez ha intrapreso un viaggio diplomatico in Africa, con l’obiettivo di rafforzare il controllo migratorio. La Spagna, che nel primo trimestre del 2023 ha espulso 2.515 migranti irregolari, si trova ora a dover affrontare una crisi che non può risolvere solo con rimpatri forzati. L’urgenza di trovare una soluzione stabile è evidente, ma le dinamiche internazionali e i conflitti locali rendono questo obiettivo sempre più difficile da raggiungere. Il fenomeno migratorio non è solo una questione di numeri, ma riflette anche le tensioni globali, le guerre e le strategie geopolitiche. Le decisioni prese dai governi europei, come gli accordi con la Tunisia che hanno ridotto le rotte verso l’Italia, stanno spingendo sempre più migranti verso le Canarie, trasformando queste isole in un nuovo epicentro della crisi migratoria. Senza un approccio coordinato e comunitario che coinvolga sia i paesi di origine che quelli di transito, la Spagna rischia di essere travolta da una pressione migratoria che sta crescendo esponenzialmente.
Aggiornato il 03 settembre 2024 alle ore 11:45