Il premier Benjamin Netanyahu non nasconde la preoccupazione per la protesta che infiamma Israele. La rabbia è stata innescata dall’uccisione di sei ostaggi israeliani nelle mani di Hamas che ha portato decine di migliaia di persone nelle strade dello Stato ebraico (700mila secondo gli organizzatori) e le manifestazioni sono sfociate in scontri sull’autostrada Ayalon, dove la polizia ha sparato granate stordenti per liberare le carreggiate. Secondo i media almeno 20 persone sono state arrestate e il parlamentare laburista MK Naama Lazimi è stato ferito. “La polizia che lancia granate stordenti contro i manifestanti da distanza ravvicinata e senza controllo è una polizia che mette in pericolo la pace pubblica e danneggia la salute pubblica intenzionalmente e in violazione della legge”, ha poi scritto il deputato su X. “Le granate sono state lanciate senza alcun preavviso”.
Alcuni dimostranti scandivano: “Bibi sta uccidendo gli ostaggi!”, accusando Netanyahu di non fare abbastanza per trovare un accorso con Hamas per la loro liberazione. Dopo tre ore i manifestanti hanno lasciato Ayalon Darom e Lil Gallant, ma le strade non sono state riaperte al traffico perché durante il blocco i dimostranti hanno lanciato pietre, pezzi di recinzioni, chiodi e ferri, hanno acceso falò e hanno sparato fuochi d’artificio. Il primo ministro israeliano è “preoccupato” per le proteste di massa antigovernative che stanno travolgendo il Paese. Lo afferma la Cnn che cita un funzionario israeliano. Anche se non ci sono numeri ufficiali da parte della polizia, la società Crowd Solutions citata dal Times of Israel stima che circa 280mila persone abbiano partecipato alla dimostrazione di ieri sera nel centro di Tel Aviv, in quella che sarebbe la più grande manifestazione di protesta degli ultimi 18 mesi. Secondo gli organizzatori 300mila persone si sono radunate a Tel Aviv e altre 200mila hanno preso parte ad altre proteste in tutto il Paese.
Alle 6 di stamattina (le 5 in Italia) in Israele è cominciato lo sciopero generale che segue le manifestazioni molto partecipate di ieri sera contro il Governo. Lo sciopero, il primo dall’invasione della Striscia di Gaza, è stato convocato dal principale sindacato israeliano, l’Histadrut, che rappresenta circa 800mila lavoratori. Hanno aderito allo sciopero anche altri sindacati – tra i quali l’Israel Business Forum, la principale sigla per i lavoratori del settore privato delle 200 più grandi aziende del Paese – e il capo dell’opposizione, Yair Lapid: lo sciopero sta quindi creando numerosi disagi.
Intanto, almeno 11 persone sarebbero rimaste uccise in un attacco aereo israeliano contro una scuola che ospitava sfollati palestinesi. Lo riferiscono i funzionari sanitari, scrive il Guardian. “Undici persone sono rimaste uccise quando un raid israeliano ha colpito la scuola Safad, a Gaza City, che ospitava sfollati”, ha dichiarato il portavoce dell’agenzia di difesa civile Mahmud Bassal, aggiungendo che diverse persone sono rimaste ferite. Secondo un funzionario medico di Gaza, l’attacco ha preso di mira “una stanza usata dalla polizia”. Da parte sua, l’esercito israeliano afferma di aver preso di mira “terroristi di Hamas che operavano da un centro di controllo in un’area che era la scuola di Safad”.
Aggiornato il 02 settembre 2024 alle ore 12:41