Tra la ripresa degli attentati suicidi e sanzioni a Israele

Hamas ha chiesto il ritorno dei kamikaze. Come riportato da alcuni media arabi, uno dei vertici storici del gruppo terrorista ha chiesto la ripresa degli attentati suicidi contro Israele. Khaled Mashal, il capo del movimento palestinese prima del defunto Ismail Haniyeh, ha chiesto di ricominciare ad attaccare la Cisgiordania con degli attacchi kamikaze. Durante una conferenza tenutasi a Istambul, Mashal ha detto che Hamas vuole “tornare alle operazioni suicide. Questa è una situazione che può essere affrontata solo con un conflitto aperto. Ci stanno combattendo con un conflitto aperto, e noi li affrontiamo con un conflitto aperto”, ha affermato il leader dei terroristi nel suo discorso. “Ripeto il mio appello a tutti a partecipare su più fronti alla vera resistenza contro l’entità sionista”, ha aggiunto Khaled Mashal durante la conferenza in Turchia.

Nel frattempo le Forze di difesa israeliane continuano la loro offensiva a Gaza. In mattinata, le Idf hanno confermato l’eliminazione di un capo della Jihad palestinese nella giornata di ieri, durante un attacco con un drone a Rafah. Osama Gadallah è stato neutralizzato insieme a una decina di uomini armati. Il miliziano, aveva preso parte agli attacchi del 7 ottobre dell’anno scorso. Inoltre, stando alle fonti dello Stato ebraico, la Marina militare israeliana avrebbe colpito più di 40 obiettivi a Gaza nella giornata di ieri, tra cui edifici utilizzati da Hamas. Preso atto del quadro generale, parlare di tregua e negoziati “è complicato”. È il ministro degli Esteri qatariota Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani a parlare, in un’intervista al Corriere della Sera. “Siamo fiduciosi che un cessate il fuoco a Gaza fermi una possibile escalation. La pace è un lungo processo. Con la fine del conflitto e una soluzione che va verso la costruzione di due Stati, pensiamo che il Medio Oriente possa diventare più sicuro”, ha aggiunto il portavoce di Doha.

Nel frattempo, Josep Borrell ha paventato la possibilità di sanzionare alcuni ministri israeliani. L’alto rappresentante dell’Unione europea ha spiegato che “alcuni ministri di Israele hanno lanciato messaggi d’odio, incitazione a commettere crimini di guerra contro i palestinesi e io credo che l’Ue debba usare tutti gli strumenti a sua disposizione”. E ancora: “Saranno gli Stati membri a decidere”, ha concluso Borrell. Ma questa proposta dell’alto rappresentante è stata giudicata “irreale” da parte del vicepremier Antonio Tajani. “Non è così che si convincerà Israele ad un accordo sulla pace al Cairo”, ha sottolineato il titolare degli Esteri – ed ex presidente del Parlamento europeo – a Bruxelles.

Aggiornato il 29 agosto 2024 alle ore 12:38