Israele aspetta la mossa di Teheran, ora Sinwar comanda Hamas

Tel Aviv prevede un attacco imminente. L’Iran e i suoi alleati si starebbero preparando a colpire Israele, dopo il raid che ha decapitato la leadership di Hamas, avvenuto proprio a Teheran. I due Stati dovrebbero “evitare l’escalation del conflitto”, ha ricordato il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken, a colloquio con dei giornalisti nel Maryland. Il Pentagono, per aiutare Israele a difendersi, ha inviato una dozzina di caccia F/A-18 verso una base militare in Medio Oriente. “Non tollereremo attacchi contro le truppe Usa in Medio Oriente”, ha aggiunto il capo del Pentagono, Lloyd Austin. Il segretario della Difesa ha deciso di aumentare la presenza militare nella regione, poiché i funzionari Usa sono realmente preoccupati per l’escalation della violenza fra Teheran e Tel Aviv.

Adesso, tra le file di Hamas c’è un nuovo leader. Yahya Sinwar è stato scelto – a sorpresa – come successore di Ismail Haniyeh, eliminato da Israele mentre si trovava in Iran. Un’operazione che ha scatenato il desiderio di vendetta di Teheran. “Il movimento di resistenza islamica Hamas annuncia la nomina del leader Yahya Sinwar a capo dell’ufficio politico del movimento”, si legge nei comunicati. L’organizzazione terroristica è passata da un capo politico “in giacca e cravatta” a un  criminale a tutto tondo, l’ideatore dell’attacco del 7 ottobre scorso. “La nomina dell’ultra-terrorista Yahya Sinwar a nuovo leader di Hamas, al posto di Ismail Haniyeh, è un’ulteriore valida ragione per eliminarlo rapidamente e cancellare questa vile organizzazione dalla faccia della terra”. Ha reagito così su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz alla scelta del nuovo capo di Hamas.

Ora toccherà all’ex titolare del Tesoro dell’organizzazione a gestire i colloqui per un cessate il fuoco – al momento sospesi – e il rilascio degli ostaggi. Sinwar ora ha le “mani libere”, e può decidere come e se continuare a combattere contro Israele. Ma l’ipotesi più probabile è che, il guerrafondaio eletto a leader, non stia simpatico né a chi si trova nei tunnel di Gaza né a chi tesse trame politicheDoha, Teheran e Il Cairo – per cercare di riportare un po’ di pace in Medio Oriente. Sinwar ha infatti liquidato Muhammad Ismail Darwish, colui che dirige i trasferimenti di denaro dall’Iran ad Hamas, in quattro e quattr’otto. Con una nota ufficiale. Adesso il capo dei terroristi è da solo contro tutti. Letteralmente, perché al momento i vertici palestinesi si contano sulle dita di una mano. E Sinwar è passato da essere il nemico numero uno di Israele al nuovo bersaglio ufficiale di Tel Aviv.

Intanto, in Iran, poco oltre i proclami politici si trovano i militari che stanno preparando la vendetta per l’eliminazione di Haniyeh. Fonti americane avrebbero visto spostare postazioni di lancio razzi e registrato esercitazioni dal fine settimana. Poi, l’arsenale sciita si è arricchito con l’arrivo di alcuni “regali” di Vladimir Putin, come apparecchiature avanzate di difesa aerea e radar, munizioni e missili balistici Iskander, famosi per i loro danni alle infrastrutture ucraine. Nel frattempo a Washington si fa largo sempre di più l’idea di un “attacco a ondate”, verso Israele, di tutte le fazioni sciite. Secondo Axios, l’intelligence ha fornito a Joe Biden e Kamala Harris uno scenario con due ondate, una da Hezbollah e una dall’Iran e da molti dei suoi altri gruppi affiliati nella regione. Anche se, è stato riferito, gli avversari di Tel Aviv non hanno ancora deciso esattamente come agire.

Recentemente, l’allerta nello Stato ebraico non è mai stata così alta. Nel Golan è stato chiesto ai civili di rimanere il più vicino possibile ai rifugi, con Hezbollah che continua a lanciare droni e razzi verso le alture della Galilea, facendo cantare le sirene d’allarme. Nel frattempo, le cancellerie mondiali si muovono per evitare il peggio. “Siamo impegnati 24 ore su 24 per chiedere a tutte le parti di astenersi dall’escalation”, ha spiegato Blinken. E la premier Giorgia Meloni ha sentito re Abdallah di Giordania, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato con il suo omologo di Amman e con quello egiziano. Perfino il capo del Cremlino si è mosso per evitare lo scoppio di una guerra aperta. Il presidente russo, che nel frattempo continua ad armare Teheran, ha inviato un messaggio alla guida suprema Ali Khamenei, lanciando un appello perché vengano risparmiati i civili israeliani.

Aggiornato il 08 agosto 2024 alle ore 09:51