Unifil, la pace si può fare ma l’Iran prepara vendetta

I militari delle Nazioni unite sono in allerta. “Abbiamo piani di emergenza, per cambiare le regole di ingaggio deve intervenire il Consiglio di sicurezza”, ha esordito Andrea Tenenti, il portavoce italiano della Forza di interposizione in libano dell’Onu (Unifil), intervistato da Rainews. Nel Paese interposto si trovano i soldati della missione di pace, presenti in Libano dal 2006. Sono circa 10mila i militari di vari Paesi che fanno da cuscinetto sul confine tra Israele e Libano, che ora si trovano al centro delle tensioni mediorientali. “La pace si può, serve la volontà delle parti”, ha aggiunto Tenenti, alla luce delle crescenti tensioni tra Iran e Stato ebraico. La missione Unifil è stata istituita il 19 marzo 1978, e il proprio mandato è stato rinnovato nel 1982, nel 2000 e nel 2006. In occasione dell’intervento di Tel Aviv nell’area di Moroun al-Ras. Da allora, la missione dell’Onu viene rinnovata ciclicamente dal Consiglio delle Nazioni unite, e il suo finanziamento è approvato su base annuale dall’Assemblea generale. Al momento, sarebbero 1.200 gli italiani dell’Unifil in Libano.

Si parla di pace, ma Hezbollah potrebbe attaccare Israele già nelle prossime 24-48 ore. Lo ha confermato il sito di informazione Axios, che riporta le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken al G7. Un attacco di più giorni da parte dell’Iran. Ecco a cosa si sta preparando Israele, dopo l’eliminazione del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh e del comandante di Hezbollah Fuad Shukr. “Cercheranno di logorarci”, ha spiegato un funzionario israeliano a Nbc news, aggiungendo che Tel Aviv si aspetta nei prossimi giorni ondate di missili e droni contro il Paese. Per questo motivo, Israele sta prendendo in queste ore in considerazione la possibilità di lanciare un attacco preventivo contro l’Iran. Il premier Benjamin Netanyahu ha convocato ieri sera i capi della sicurezza, ribadendo che se arrivassero prove inconfutabili dei preparativi di Teheran allora le Forze di difesa faranno la prima mossa. Lo ha riportato il Times of Israel, aggiungendo che all’incontro avrebbero partecipato il ministro della Difesa Yoav Gallant, il capo di Stato Maggiore dell’esercito Herzi Halevi, il capo del Mossad David Barnea e il capo dello Shin Bet Ronen Bar. Secondo alcune indiscrezioni, una mossa del genere potrà essere approvata solamente se le prove in mano di Tel Aviv coincidessero con quelle dell’intelligence Usa.

Ma resta il fatto che l’Iran intraprenderà un’azione per “punire” Israele. Ma senza “aumentare le tensioni nella regione”, avrebbe dichiarato Teheran. Per la precisione, queste sono le parole del portavoce del Ministero degli Esteri Nasser Kanaani. “L’Iran, basandosi sul suo diritto intrinseco fondato sui principi del diritto internazionale di punire l’aggressore, intraprenderà un’azione seria e deterrente con forza, determinazione e fermezza”, ha aggiunto il funzionario, spiegando però che Teheran “non cerca di aumentare le tensioni nella regione”.

Aggiornato il 05 agosto 2024 alle ore 14:59