In Venezuela lo sfidante del dittatore comunista Nicolás Maduro, Edmundo González, grazie all’appoggio della pasionaria liberale di destra María Corina Machado, ha stravinto le elezioni. Ma il regime di estrema sinistra è disposto a tutto, pur di conservare il potere e ha cercato di falsare il voto, inviando squadracce di criminali a minacciare gli elettori e a rubare le urne con le schede già votate, per poi sostituirle con altre precompilate a vantaggio del dittatore. È una scena che si ripete ovunque si sia instaurato un regime socialista a seguito, come spesso accade, dell’ingenua buona fede degli elettori che avevano inizialmente creduto alle mirabolanti promesse di personaggi senza scrupoli.
I dittatori sono sempre amici del popolo a cui fanno credere che la condizione di povertà in cui si trova è colpa di qualcun altro, e lui combatterà l’ingiustizia sociale. All’inizio sono tutti Robin Hood, poi si trasformano nello sceriffo di Nottingham. È questa la vera essenza del socialismo: rende inevitabilmente tutti ugualmente più poveri. Ma laddove non ci sono gli anticorpi della democrazia liberale, il cancro sviluppa le metastasi e devasta anche il più florido dei Paesi: pensate alle enormi ricchezze naturali di cui dispone il Venezuela e alle condizioni di estrema povertà in cui vive la quasi totalità della popolazione.
Nei Paesi occidentali gli effetti sono meno drammatici ma ugualmente devastanti: pensate a come la sinistra riesce a infiltrarsi in ogni ganglio di potere e ai mezzi che usa per preservare sé stessa. La lezione che oggi dobbiamo imparare dai nostri fratelli e sorelle venezuelani è: once you go left, you never go back! Ma l’Argentina di Javier Milei riaccende le speranze dei liberali e libertari (non liberal!) di tutto il mondo. Viva la libertad carajo!
(*) Segretario generale del Partito liberale italiano
Aggiornato il 31 luglio 2024 alle ore 11:13