Caos in Bangladesh: scontri e morti

Scontri violenti, morti e una situazione al momento incontrollata. È caos in Bangladesh. Oltre 700 le persone ferite (tra di esse anche forze dell’ordine e giornalisti) in 26 dei 64 distretti del Paese. Non cessano le proteste studentesche contro le norme sull’assunzione del servizio civile. Decine le persone decedute. La polizia fa sapere che “i manifestanti hanno appiccato il fuoco e compiuto atti vandalici” contro gli uffici della televisione statale Btv e dell’agenzia nazionale per la gestione dei disastri, nonché contro altri edifici delle forze di sicurezza e del Governo.

Il disordine è palpabile. La polizia intanto vieta per un giorno i raduni pubblici nella capitale Dhaka. Così afferma il commissario Habibur Rahman all’Afp. “Abbiamo vietato tutti i raduni, le processioni e le riunioni pubbliche a Dhaka”. Una decisione, questa, presa per preservare la sicurezza pubblica. Fuori le strade messe a ferro e fuoco, tra edifici governativi bruciati e assenza della connessione Internet.

Intanto, secondo quanto appreso, la polizia arresta uno dei principali leader dell’opposizione nella capitale. Così all’Afp il portavoce delle forze dell’ordine Faruk Hossain: si tratta di Ruhul Kabir Rizvi Ahmed, uno dei leader del Partito nazionalista del Bangladesh. Dalla procura, per ora, nessuna motivazione circa l’arresto.

Aggiornato il 19 luglio 2024 alle ore 13:56