La stampa internazionale si chiede come faccia il Governo di Javier Milei in Argentina a mantenere il sostegno popolare, quando sembra che il Paese sia immerso in una brutale recessione, un calo dei consumi, alti livelli di povertà e un quadro di governance discutibile, a causa della mancanza di sostegno da parte del potere legislativo. Vediamo: Milei ha vinto le elezioni, promettendo di distruggere l’inflazione. Eliminandolo dalle sue cause, ha insistito durante tutta la campagna elettorale sul fatto che il problema fosse di natura monetaria, quindi una decisione dell’Esecutivo.
Ecco come è andata:
– 23 dicembre: 25,5 per cento;
– 24 gennaio: 20,6 per cento;
– 24 febbraio: 13,2 per cento;
– 24 marzo: 11 per cento;
– 24 aprile: 8,8 per cento;
– 24 maggio: 4,2 per cento.
L’inflazione accumulata ammonta al 71,9 per cento a fronte di una variazione su base annua del 276,4 per cento. È scesa ad appena un quarto di quello registrato nei 12 mesi precedenti. E nell’ultimo mese ha evidenziato un valore che è appena il 16 per cento di quello mostrato nel mese in cui Milei è entrato in carica. Vale a dire che è stato ridotto a un sesto di quanto ricevuto.
I tassi di interesse bancari sono diminuiti in maniera consistente verso valori che oggi fanno riferimento a un futuro di stabilità. Nulla indica un eventuale aumento della variabile. Esattamente un anno fa, le passività remunerate della Banca centrale raggiunsero un livello record: il 12,3 per cento del Pil. Hanno rappresentato così una locomotiva che ha trascinato il livello dei prezzi e dei tassi di interesse sulle risorse per accedere ai finanziamenti, innescando una recessione con inflazione. Questo stock di debito è sceso da 58mila miliardi di pesos nell’agosto 2023 a 20mila miliardi alla fine di maggio 2024, ovvero a circa il 4,4 per cento del Pil. Diventando un debito del Tesoro nazionale e non della Banca centrale, elimina le cause dell’instabilità monetaria. Ha cessato di essere un debito a brevissimo termine, ed è diventato un debito strutturato. E ha eliminato, perciò, la causa principale dell’emissione monetaria. Sembra che il mercato sia d’accordo con l’analisi presidenziale: il calo delle emissioni ha ridotto drasticamente l’inflazione. Proprio come ha affermato Milton Friedman.
Lo scorso dicembre le banche applicavano tassi di interesse annuali fino al 140 per cento. E attualmente, dato il drastico calo della domanda di fondi mutuabili, dovuto al ritiro della domanda governativa da quel mercato, c’è una disponibilità maggiore di fonti di finanziamento a basso costo. Il tasso Badlar è compreso tra 33,5 e 32,5 nell’ultima settimana. Allo stesso modo, sono state introdotte normative che mirano a espandere e deregolamentare i derivati finanziari, nel tentativo di federalizzarne l’uso e renderli accessibili alle Pmi.
Il Governo dispone di un sostegno legislativo sufficiente per attuare le riforme proposte? L’approvazione della “Legge sulle basi” sembra aver dissipato molti sospetti, ma la recente firma del cosiddetto “Patto di maggio”, negoziato negli ultimi 45 giorni, mostra il sostegno di 18 governatori provinciali. Come lo vedono dal di fuori? L’ambasciatore tedesco in Argentina ha dichiarato: “La Germania è favorevole a una rapida ratifica dell’accordo di libero scambio tra l’Unione europea e il Mercosur”. Inoltre, ha riconosciuto: “Se arriveranno politiche statali a lungo termine e una macroeconomia ordinata, la fiducia nel Paese sarà ricostruita”.
D’altronde, nella sua recente visita al G7, il presidente argentino è stato accolto con grande calore dalla presidente italiana del Consiglio, Giorgia Meloni, che è stata la prima leader europea a sostenerlo e ha evidenziato che il presidente argentino “è una personalità affascinante”. Al di là delle battute che hanno paventato una loro presunta storia d’amore, che non è stata ovviamente in alcun modo confermata, è apparsa chiara la grande affinità politica tra i due leader e l’indispensabile sostegno del premier italiano per integrare l’argentino nella riunione del G7, che ha già avuto l’approvazione della Casa Bianca per realizzare il tutto. Ciò presenta uno scenario molto chiaro e riformulato dell’allineamento dell’Argentina con il mondo e, in sostanza, con le potenze occidentali.
Nelle prossime ore Milei si recherà negli Stati Uniti per incontrare, alla Sun Valley Conference in Idaho, i principali uomini d’affari di quel Paese. Per citarne alcuni: Mark Zuckerberg (Meta), Jeff Bezos (Amazon), Sam Altman (OpenAI), Bob Iger (Walt Disney) e Brian Roberts (Comcast).
Aggiornato il 12 luglio 2024 alle ore 13:33