La vittoria dei laburisti in Inghilterra spaventava, qualche anno fa. Mr. Keir Starmer e il suo governo ombra chiariscono immediatamente che tra i maggiori problemi europei c’è la disinformazione e gli attacchi costanti della Russia. Oggi, sono molti i partiti della pseudo sinistra mondiale a risultarne spiazzati. La pseudo sinistra ha più volte spiegato che tra democrazia, totalitarismi e i massimalismi, loro appoggiano il nemico, anche quando ha le fattezze di un regime terroristico. Il programma di questi laburisti non ha nulla a che fare con le follie vetero marxiste tinte di odio verso sé stessi di Jeremy Corbyn.
Il labour si distingue dai conservatori. Hanno recuperato l’idea della sanità universale, un massiccio piano di costruzione di case popolari, l’obiettivo di restituire ai lavoratori il potere d’acquisto perso negli ultimi 15 anni. Un progetto onesto che ha la legalità al centro. Anche sull’immigrazione. Il labour contemporaneo non alza le mani. Una nuova agenzia sarà dotata di intelligence propria per combattere l’immigrazione clandestina. Considerato lo strumento immaginato, Mr. Starmer ha ben chiara l’idea che i flussi migratori sono usati anch’essi come arma da alcuni Paesi. La sconfitta francese in Africa ha visto passare il controllo delle carovaniere alle formazioni Wagner russe. Non è difficile immaginare chi ci sia tra gli attori nefasti del commercio di persone o schiavi paganti.
Il nuovo labour rivendica anche la sovranità britannica in fatto di difesa e equilibrio europeo. Il bilancio militare aumenterà. La minaccia russa è avvertita bene a Londra e non è un problema di destra e sinistra. È confermato che la politica estera ha un’unica direzione. La Uk è forse il Paese più solido e serio d’Europa, da questo punto di vista. Il Regno Unito attuale sarà anche fuori dalla Ue, ma le sue politiche ambientaliste e estere sono immaginate di concerto con il resto d’Europa. Non tornerà nell’Unione, ma è plausibile attenderci una serie di accordi di partenariato tra Eurozona e Uk. Il tema dei rapporto con gli Usa è invece di grande interesse. Ottime relazioni con l’Amministrazione Joe Biden. Difficili, se dovesse vincere Donald Trump. Resisterà l’ambiente Wasp (americani bianchi anglosassoni) americano all’evidenza di una possibile rottura tra gli Usa e l’alleato europeo più forte di sempre? Lo vedremo il prossimo autunno. Negli Stati Uniti bisognerà ben chiarire che la separazione dalla Uk avverrebbe per un abbraccio americano con il blocco sino-russo. Questo è quel che Trump propone. Questo è quello che gli americani sono chiamati a votare. Inutile dire che anche la politica economica sarebbe affetta da questo abbraccio contro natura.
Sapranno gli spin doctor dem – se ancora ce ne siano di bravi – spiegare questo aspetto? È pur vero che il leader Biden non riesce a spiegare che gli Usa negli ultimi quattro anni hanno recuperato forza economica, politica e riconoscimento internazionale. Ma non è che Trump, a parte una decina di battute ripetitive, sappia argomentare alcunché. I due candidati americani sono vecchi. Si vede e bisogna vedere allora chi c’è nelle loro squadre. In Italia i dati non sono molto apprezzati. È difficile spiegare che Joe Biden ha messo al governo degli Usa la migliore squadra possibile. Il segreto sta nel coordinamento di un brillantissimo Antony Blinken, definito da più parti “un uomo una spanna sopra chiunque altro, negli incontri di vertice”. Il Partito repubblicano, fatto a pezzi dal ciclone Trump non ha alcuna influenza sulla squadra di governo trumpiana che appare onestamente povera e senza l’amor proprio americano che consiglierebbe una maggiore cautela quando si lanciano messaggi amichevoli ai peggiori dittatori della Terra, a cominciare da Vladimir Putin, a finire con Xi Jinping e il nord coreano Kim Jong-un.
Il legame tra crescita economica, capacità di difesa, consapevolezza delle crisi mondiali è stretto. Troppi uomini dei governi del mondo, anche in Europa preferiscono la retorica all’interesse della difesa dei diritti individuali. Il confronto con Putin non è una disfida tra buoni e cattivi in base ad un metro di giudizio comune. Putin propaganda la critica alla democrazia europea in modo totale. Vuole distruggere il concetto di libertà. Chiunque cerchi un appeasement o addirittura un abbraccio col dittatore russo cerca la distruzione di sé stesso, del nostro modo di vivere e della nostra libertà. Se la parola traditore ha un senso, nel rapporto con la Russia, la Cina, l’Iran, acquista robustezza. Il tradimento nei confronti di chi o cosa? Nei confronti di tutti. Anche degli stessi propagandisti putiniani. Se non sono pagati da Mosca, la cosa è ancora più grave.
Insomma, la vittoria di Starmer avrà un’influenza enorme. La sinistra europea ha ora un interprete che guarda il mondo con gli occhi di un liberale che ha a cuore il benessere dei lavoratori. Quel benessere dipende strettamente dalla forza della democrazia europea. Una sinistra seria che blocca le follie imperialiste sette-ottocentesche di Putin. Ama gli zar, ma lui non è uno zar. Non ha sangue blu, se questa espressione significasse mai qualcosa. È solo un funzionario spregiudicato addestrato dai servizi sovietici che oggi piega al suo volere un popolo nel privato aperto, ma nel pubblico senza alcuna cultura di sé. Il Regno unito è Europa, anche fuori dalla Ue. Forse anche per questo sarebbe bene lanciare un’iniziativa trans-nazionale, come diceva Marco Pannella anni fa, che possa condurre davvero agli Stati Uniti d’Europa. Quindi, benvenuto Mr. Starmer. La stavamo aspettando.
Aggiornato il 05 luglio 2024 alle ore 15:47