Attacco in Daghestan, colpita la polizia e luoghi di culto

Un’offensiva complessa e coordinata. Nell’attacco in Daghestan avvenuto ieri sera sono state colpite una chiesa, una sinagoga e strutture delle forze dell’ordine. Dietro tutto ciò, ci sarebbe la mano del gruppo Wilayat Kavkaz, un affiliato dell’Isis-Khorasan (Isis-K) che opera in Asia centrale. Quest’ipotesi è stata portata avanti dall’Institute for the study of war, un think tank di Washington secondo cui la Russia ha condotto un’offensiva – alquanto blanda – contro il terrorismo nel Caucaso. Una risposta, secondo il centro studi, all’attentato alla Crocus Hall il 22 marzo scorso. Per l’Isw “il rapporto sempre più teso della Russia con la minoranza musulmana, soprattutto nel Caucaso, continuerà probabilmente a fornire alla Wilayat Kazkaz e ad altri gruppi estremisti una preziosa base di reclutamento”. Il Daghestan infatti conta su una forte e diffusa presenza di gruppi islamisti, visto la vicinanza di confine con la Cecenia.

Nell’attacco di ieri sarebbero rimasti uccisi almeno quindici poliziotti, in una serie di attentati avvenuti in tre città diverse del Paese, che fa parte della Federazione russa. Anche diversi civili e sei dei presunti terroristi sarebbero caduti vittime dello scontro a fuoco scaturito dall’offensiva. I miliziani di Wilayat Kavkaz hanno fatto irruzione in una sinagoga e in una chiesa ortodossa nella città di Derbent. A Machačkala invece è stata colpita una stazione di polizia. È stato il presidente del Daghestan Sergey Melikov a fornire ai media il bilancio delle vittime, attraverso i suoi canali Telegram. Inoltre, secondo una fonte locale citata da Ria Novosti, anche un sacerdote della chiesa ortodossa russa sarebbe morto nell’attacco terroristico, avvenuto nella domenica della Pentecoste per l’ortodossia. A partire da oggi, sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale. Oltre agli edifici religiosi colpiti a Derbent e alla stazione attaccata a Machačkala, un terzo gruppo di miliziani ha colpito un’auto della polizia nel villaggio di Sergokala. Secondo il patriarca Kirill, il capo della chiesa russa, il nemico – senza specificare – sta cercando di distruggere la “pace interreligiosa” nel Paese.

Aggiornato il 24 giugno 2024 alle ore 16:06