La sconfitta dell’Ucraina rafforzerebbe la macchina da guerra di Putin

Cosa farà Vladimir Putin se vincerà in Ucraina? Negli ultimi mesi, sempre più politici occidentali sono giunti alla conclusione che una Russia vittoriosa quasi certamente espanderebbe la guerra più in profondità in Europa, cercando di riscrivere l’ordine mondiale esistente e continuando la sua crociata per recuperare terre che, nel suo immaginario, sono “storicamente russe”. Questa consapevolezza sta aiutando a raccogliere sostegno per l’Ucraina, con leader occidentali che ora riconoscono apertamente che una vittoria russa avrebbe conseguenze disastrose per il resto d’Europa. Non tutti sono convinti, ovviamente. Molti scettici ritengono che le prestazioni sorprendentemente inadeguate dell’esercito russo durante l’invasione dell’Ucraina, siano l’indicatore che Putin non risulti nella posizione di intraprendere ulteriori avventure militari. Secondo costoro, le evidenti difficoltà palesate dalla Russia in Ucraina rappresentano la conferma che Mosca non può essere considerata una vera e propria minaccia alla potenza militare di gran lunga superiore della Nato.

In questa visione, alcuni sono convinti che qualsiasi attacco diretto russo all’Occidente equivarrebbe a una missione suicida. Questa argomentazione è pericolosamente miope. Fondamentalmente, ignora il profondo impatto che il successo militare in Ucraina avrebbe sulla capacità del Cremlino di fare la guerra. Una vittoria russa sull’Ucraina trasformerebbe la situazione geopolitica, rafforzando notevolmente la Russia militarmente, economicamente e strategicamente, indebolendo allo stesso tempo gravemente l’Occidente. Di fronte a circostanze così particolarmente favorevoli, è delirante credere che un Putin trionfante si fermerebbe e non andrebbe oltre. L’esercito russo ha evidentemente deluso le aspettative dei suoi estimatori. La sovrastimata reputazione posseduta prima della guerra in Ucraina ha subito un duro colpo. Tuttavia, sarebbe davvero sconsiderato sottovalutare il potenziale militare di Mosca.

I comandanti di Putin hanno imparato una serie di importanti lezioni dall’inizio dell’invasione nel febbraio 2022, e hanno acquisito un’esperienza di combattimento che nessun’altra grande potenza può eguagliare. Con un esercito indurito e in rapida modernizzazione sostenuto da un’industria della difesa che opera 24 ore su 24, Putin – rispetto a qualsiasi altro governante russo dal 1945 – è ora probabilmente in una posizione più forte rispetto ai suoi avversari occidentali che si stanno lentamente riarmando. La vittoria in Ucraina amplierebbe ulteriormente questo già allarmante divario nelle capacità militari. Gli eserciti russo e ucraino sono attualmente di gran lunga le forze combattenti più grandi d’Europa. Se Putin dovesse malauguratamente trionfare in Ucraina, le controllerebbe entrambe. Mentre molti soldati ucraini continuerebbero senza dubbio a condurre una guerra partigiana o cercherebbero di riorganizzarsi all’estero, una Russia vittoriosa cercherebbe di arruolare rapidamente centinaia di migliaia di ucraini nel servizio militare, proprio come ha già fatto nelle aree dell’Ucraina sotto il controllo del Cremlino. Oltre a una massiccia spinta di manodopera, la Russia prenderebbe anche possesso dei vasti depositi militari dell’Ucraina, che vanno dalle scorte di proiettili di artiglieria e droni d’attacco ai carri armati e ai sistemi missilistici forniti dall’Occidente.

Il controllo sull’Ucraina permetterebbe alla Russia di reintegrare il vasto complesso militare-industriale ucraino che ha svolto un ruolo così centrale nell’armare l’Armata rossa durante la Guerra fredda. Per gran parte dell’era sovietica, l’Ucraina ha prodotto una gran parte dei missili, dei carri armati, degli aerei e delle navi da guerra dell’Urss. Questa colossale eredità industriale è stata trascurata durante i primi tre decenni di indipendenza ucraina ed è caduta in uno stato di abbandono, ma un’amministrazione di occupazione russa o un regime fantoccio a Kyiv, leale al Cremlino, darebbe probabilmente priorità alla ripresa della produzione militare. Questo aumento della produzione consentirebbe alla Russia di riprendersi rapidamente dalle perdite subite nella campagna ucraina, consentendo al contempo a Mosca di superare molti degli ostacoli creati dalle sanzioni occidentali. La Moldova che una volta faceva parte dell’Impero russo e quindi soddisfa la definizione di Putin di “storicamente russo” sarebbe un potenziale successivo obiettivo. Durante la preparazione dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina alla fine del 2021, Putin ha sottolineato la portata della sua ambizione chiedendo alla Nato di ritirarsi ai confini dell’ex Patto di Varsavia. Sembra ragionevole supporre che il successo in Ucraina lo renderà solo più ambizioso. Non ci sono al momento indicatori che portino a ritenere che Putin sia in qualche modo intimidito dall’Occidente.

Al contrario, il despota russo si è dimostrato abile nell’intimidire i suoi nemici che, quasi due anni e mezzo dopo la più grande invasione europea dalla Seconda guerra mondiale, restano preoccupati di evitare l’escalation e, in alcuni casi, continuano a imporre restrizioni assurde sulla capacità dell’Ucraina di difendersi. Questa gestione dell’escalation rischia di provocare tragiche conseguenze. È di ieri la notizia che Putin e Kim Jong-un hanno firmato un patto di difesa reciproca che garantisce sostegno militare immediato in caso di guerra. Vladimir Putin, a caccia di munizioni e armi per la sua guerra all’Ucraina, rinsalda l’asse con la Corea del Nord e assicura che i legami bilaterali saranno “portati a un livello più alto” grazie al lavoro di concerto con il dittatore nordcoreano Kim Jong-un che lo ha accolto promettendo una “nuova era di prosperità”. Ma al di là delle parole, Mosca e Pyongyang hanno messo a punto un sostegno fatto soprattutto di armi. L’intelligence sudcoreana ha denunciato il Nord per le forniture di munizioni alla Russia, mentre Washington ha riferito di informazioni secondo cui Pyongyang ha di recente spedito a Mosca lanciamissili e vettori balistici.

Il Dipartimento di Stato americano ha stimato l’obolo di Kim a Putin in oltre 10mila container “carichi di proiettili di grosso calibro” per 5 milioni di pezzi totali. Se la Russia espanderà ulteriormente la guerra, l’unica cosa che i leader occidentali non potranno fare è affermare di non essere stati avvertiti. Putin ha messo l’intera società russa sul piede di guerra e sta apertamente preparando il suo intero Paese a una lunga lotta contro l’Occidente. L’attuale invasione è una parte importante di questa lotta, ma è solo l’inizio. La vittoria russa in Ucraina getterebbe le basi per atti di aggressione internazionale ancora più audaci. Potrebbe potenziare la macchina da guerra di Putin e aumentare radicalmente il costo per fermarlo. L’unico modo per evitare questo risultato disastroso è assicurarsi che l’invasione russa dell’Ucraina finisca nella sconfitta.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative sulla sicurezza

Aggiornato il 20 giugno 2024 alle ore 10:26