Hanno votato 642 milioni di indiani. In una tornata elettorale delle più complesse al mondo – per via della sconfinata popolazione del Paese asiatico – l’India ha scelto il suo primo ministro. Il premier Narendra Modi è stato riconfermato dalla volontà popolare, e si appresta a formare un Governo di coalizione, in quello che sarà il suo terzo mandato e il più complicato della sua storia alla guida della Nazione. Dopo aver perso la maggioranza assoluta in Parlamento, Modi ha subito convocato i suoi alleati per formare un nuovo Esecutivo. Il partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (Bjp) potrà stringere un sodalizio con partiti più piccoli per poter continuare, comunque, a governare.
Hanno votato due terzi della popolazione, il 66,3 per cento dei 968 milioni di elettori registrati. Un dato che ha fatto registrare un calo, rispetto al 67,4 per cento del 2019. Non è da escludere che questa differenza di percentuali – seppur lieve – sia dovuta dal caldo insopportabile che ha accompagnato i giorni delle elezioni. Questo terzo mandato di Modi ha fatto rilevare una spaccatura nel Paese. Mentre i sostenitori del premier 73enne festeggiavano per il risultato, il resto dell’India ha detto al primo ministro “non ti vogliamo”. Così ha commentato il leader dell’opposizione Rahul Gandhi, rieletto con un buon margine nella circoscrizione meridionale di Wayanad. “Questo terzo mandato sarà caratterizzato dalle grandi decisioni. Il Paese scriverà un nuovo capitolo nel suo sviluppo. Lo garantisco”, ha promesso Narendra Modi davanti ai suoi sostenitori a Nuova Delhi.
La riconferma del premier è avvenuta con il benvolere degli analisti, anche se il partito di opposizione principale – il Congresso – ha vinto 99 seggi, quasi raddoppiando i 52 presi nel 2019. La possibilità che le minoranze religiose tanto osteggiate da Modi “esercitino la loro influenza, incoraggiati dalle proposte del partito del Congresso e di altri membri dell’opposizione, sarà fonte di costante preoccupazione per il Bjp”, ha inoltre sottolineato il quotidiano Times of India. Adesso Modi dovrà contare sugli alleati, per far passare i suoi testi in Parlamento.
Aggiornato il 06 giugno 2024 alle ore 08:47