Messico, prima presidente donna nelle elezioni più mortali della storia

Il Messico ha la prima donna presidente. Claudia Sheinbaum ha vinto le elezioni presidenziali nel Paese del Centro America, battendo la concorrenza. La candidata del partito di Governo Morena, appoggiata anche dal Partito verde ecologista del Messico (Pvem) e dal Partito del lavoro (Pt) si è imposta sulla principale sfidante, Xóchitl Gálvez Ruiz. Secondo le stime ufficiali, la neo-presidente si è imposta con quasi il 60 per cento delle preferenze. La diretta rivale portata avanti dalla coalizione Fuerza y Corazón por México si è fermata intorno al 26,5 per cento, mentre Jorge Álvarez Máynez del Movimento cittadino (Mc) ha ricevuto solo il 10,3 per cento delle preferenze.

Nonostante la vittoria, gli analisti non credono che Sheinbaum possa godere della popolarità del suo compagno di partito e presidente uscente Andrés Manuel López Obrador. “Per la prima volta nei 200 anni della Repubblica, il Messico avrà una donna presidente e sarà una trasformazione. Grazie a tutti i messicani” ha esordito il nuovo capo di Stato. “Oggi abbiamo dimostrato con il nostro voto che siamo un popolo democratico. Questo è il trionfo del popolo del Messico, della rivoluzione pacifica delle coscienze e del riconoscimento del nostro popolo, a cui è chiaro l’obbligo di continuare e avanzare con la Quarta trasformazione della cosa pubblica nel Paese”, ha aggiunto Sheinbaum.

Xóchitl Gálvez Ruiz ha presto riconosciuto la vittoria della sua rivale. “Sono sempre stata una democratica. Riconosco che l’andamento delle elezioni presidenziali non mi favorisce”, ha esordito la candidata della coalizione conservatrice dall’Hotel Presidente de Polanco a Città del Messico. “Ho riconosciuto il risultato perché amo il Messico e so che se il suo governo farà bene, il nostro Paese farà bene”, ha aggiunto Gálvez. “Senza dubbio, è una grande pietra miliare storica che il nostro Paese abbia il suo primo presidente donna”, ha continuato.

Certamente un traguardo importante, ma a rendere queste Presidenziali uniche nella storia della Nazione centroamericana è il dato sulle violenze senza precedenti che hanno segnato la campagna elettorale. Sono stati almeno 33 i candidati vittime di attentati, di cui l’ultimo a poche ore dall’apertura delle urne. Israel Delgado, 35 anni, è caduto sotto i colpi di un’arma da fuoco davanti a casa sua. L’uomo aspirava a diventare incaricato delle Finanze e del Controllo interno del Consiglio comunale di Cuitzeo, per la coalizione Pt, Morena e Pvem. È stato l’ufficio del procuratore dello Stato di Michoacán a confermare l’attentato fatale.

Aggiornato il 03 giugno 2024 alle ore 15:57