Anche in Francia infiammano le proteste degli studenti Pro-Gaza. La direzione di Sciences Po ha chiuso oggi la sua sede principale a Parigi a causa di una nuova occupazione da parte degli studenti mobilitati per la causa palestinese.
“A seguito del voto sull’occupazione studentesca, gli edifici in 25, 27, 30, Rue Saint-Guillaume e 56, Rue des Saints-Pères, rimarranno chiusi. Vi invitiamo a continuare a lavorare da casa”, si legge in un messaggio ai dipendenti inviato ieri dal Dipartimento Risorse umane di Sciences Po. Ieri le forze dell’ordine sono entrate nel campus dell’Università Ucla (University of California Los Angeles) e hanno sgomberato definitivamente il presidio degli studenti pro-Gaza. Una troupe della Cnn, presente sulla scena, ha documentato l’arrivo della polizia e l’ingresso nel luogo in cui si erano posizionati i manifestanti filopalestinesi.
Ore prima, gli agenti avevano ritenuto che l’accampamento degli studenti, che protestano contro le azioni dell’esercito israeliano a Gaza, fosse un “raduno illegale”. La Cnn ha sottolineato che, di solito, definire un raduno “illegale” è un passo propedeutico allo sgombero e viene intrapreso prima che alle persone venga ordinato di disperdersi o affrontare l’arresto. Le forze dell’ordine hanno poi cominciato a smantellare le barricate fuori dall’accampamento, come mostrano le riprese dell’emittente. La polizia aveva avvertito i dimostranti che, se fossero rimasti nell’accampamento, sarebbero stati passibili di arresto e avrebbero potuto farsi male, ma un gran numero di loro è rimasto al proprio posto. Un centinaio di manifestanti sono poi stati arrestati dagli agenti della California Highway Patrol. I dimostranti stavano tentando di rinforzare la barricata mentre la polizia l’ha sfondata. I fermati sono stati portati sugli autobus parcheggiati a circa un miglio dal campus. La Cnn ha visto un gruppo di agenti entrare nella Royce Hall dell’ateneo per raggiungere l’accampamento. L’emittente televisiva sostiene di aver visto membri delle forze dell’ordine sparare con quelli che sembravano proiettili di gomma.
La legge e la libertà di parola “devono essere sostenute: le proteste pacifiche sono tutelate in America, il vandalismo e le proteste violente no” mette in chiaro il presidente Joe Biden, rompendo il silenzio sulle proteste nei campus. “Il diritto alla protesta non significa diritto al caos” ha sottolineato ancora il capo della Casa Bianca, precisando che “l’antisemitismo non ha alcun posto nelle università americane” e che “la guardia nazionale non dovrebbe intervenire nei campus”.
Aggiornato il 04 maggio 2024 alle ore 12:20