Un’invasione via terra è imminente. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno informato il Governo di Tel Aviv che il loro esercito ha completato i preparativi per l’operazione di terra a Rafah. La data e l’orario dell’avvio dell’invasione dipenderanno unicamente dalle decisioni del gabinetto di guerra di Benjamin Netanyahu. Lo ha riportato il quotidiano israeliano Hareetz. Tra i vari preparativi, l’Idf ha spostato la brigata 162 – che era stata posizionata nel centro della Striscia dall’inizio dell’operazione – verso la città meridionale di Rafah.
Nel frattempo, l’Egitto avrebbe trasmesso a Israele una proposta per un cessate il fuoco di Hamas, come avrebbero confermato i media sauditi Al-Arabiya e Al-Hadath. Almeno un anno di tregua, in cambio dello stop assoluto di ogni operazione militare contro Tel Aviv. Ecco la proposta del gruppo terrorista. Il Cairo poi avrebbe proposto alla Difesa israeliana di congelare – almeno per il momento – l’operazione di terra a Rafah, in cambio del riavvio dei negoziati sui prigionieri in mano ad Hamas. La risposta del gabinetto di guerra di Tel Aviv non si è fatta attendere. La tivù Channel 12 news avrebbe riferito una controproposta – più limitata – di Israele alle richieste di Hamas ed Egitto. Un “nuovo schema di accordo”, per usare le parole dell’emittente ebraico, che prevede il rilascio di 20 ostaggi tra cui: donne, soldatesse, anziani e persone in gravi condizioni. Israele permetterebbe ai palestinesi di tornare nel nord di Gaza, ma niente cessate il fuoco.
È in quest’ottica che si colloca la visita di Antony Blinken, il segretario di Stato degli Stati Uniti, in Israele. Il viaggio – il settimo dall’inizio delle ostilità – è previsto per martedì prossimo. L’alto funzionario Usa dovrà discutere con i vertici di Tel Aviv dell’imminente (e scongiurabile) operazione di terra dell’Idf e delle trattative per liberare oltre 100 ostaggi israeliani. Prezzo: la sospensione dei combattimenti.
Aggiornato il 26 aprile 2024 alle ore 12:50