Dopo mesi di stallo, è stata approvata per la prima una risoluzione delle Nazioni unite per il cessate il fuoco, complice l’astensione degli Stati Uniti. Dopo il mancato veto di Joe Biden – che ha preso forma nella mano alzata dall’ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield – Israele ha revocato la missione diplomatica a Washington che avrebbe dovuto discutere di un’alternativa alla tanto temuta operazione di terra a Rafah. Sarebbero in bilico anche i negoziati in Qatar fra Tel Aviv e Hamas. Il “compromesso” del Consiglio di sicurezza non ha avuto un impatto immediato, visto che i terroristi presenti nella Striscia hanno dichiarato che “il movimento si attiene alla sua posizione e visione presentata il 14 marzo” che prevede un “cessate il fuoco completo, il ritiro dalla striscia di Gaza, il ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri”. Lo ha scritto l’Organizzazione stessa su Telegram.
Nel frattempo, i raid di Israele continuano, mentre Hamas avrebbe lanciato due razzi su due città del nord, Shlomi e Betzet, un villaggio vicino al centro urbano. “L’approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite di una risoluzione che chiede la fine immediata delle ostilità a Gaza ha incoraggiato Hamas a respingere l’ultima proposta di cessate il fuoco”, ha dichiarato Israel Katz, il ministro degli Esteri di Tel Aviv. Il politico israeliano ha anche criticato gli Usa per non aver posto il veto sulla risoluzione del Consiglio, azione che non avrebbe – a parer suo – espresso condanna alcuna verso Hamas.
Successivamente, si sono susseguiti diversi lanci di agenzia che avrebbero riportato il ritiro della delegazione israeliana dai negoziati in Qatar, dopo il cessate il fuoco richiesto dall’Onu. Ma “l’accordo non è fallito”, ha dichiarato il quotidiano Haaretz, spiegando che una parte degli ambasciatori di Tel Aviv è rimasta a Doha per proseguire i negoziati. Il dialogo per una tregua a Gaza è ancora in corso, l’ha assicurato il portavoce del Ministero degli Esteri qatariota Majed al-Ansari. La risoluzione dell’Onu non ha avuto “un impatto immediato” ma “siamo ancora ottimisti, fin dal primo giorno siamo stati positivi. Il nostro sforzo di mediazione continuerà. Collaboriamo con tutti i partner regionali e internazionali”, ha aggiunto il portavoce ufficiale, citato da Al Jazeera.
Aggiornato il 26 marzo 2024 alle ore 15:58