Ci sono quattro nomi sulle schede elettorali in Russia, anche se i sondaggi sono sicuri della riconferma di Vladimir Putin come capo del Cremlino. Oggi le Elezioni presidenziali nel vastissimo Paese asiatico – che conta ben 11 fusi orari – molto probabilmente riconfermeranno l’attuale presidente, già da 24 anni al comando della Nazione. Per la prima volta voteranno anche i “Nuovi Territori” – ovvero le parti di Ucraina controllate dall’esercito di Mosca – e verrà inaugurata anche la votazione via internet. L’assegnazione delle preferenze per via telematica non farà altro che alimentare i timori di brogli elettorali ancora più facili. Insomma, per Putin queste Presidenziali sembrerebbero davvero una formalità.
I sondaggi hanno previsto un’affluenza del 71 per cento e l’82 per cento delle preferenze all’attuale capo di Stato. Agli “avversari” dello Zar, andrebbero percentuali intorno al 5 e al 6 per cento. I tre che sfideranno Putin in questa giornata elettorale sono Nikolay Karitonov, un candidato del Partito Comunista (Kprf) che tento nel 2004 di impedire la prima rielezione del presidente, ottenendo un misero 13,69 per cento (il peggior risultato fin ora per un membro del Partito Comunista in Russia). Tra le sue promesse: abbassare l’età pensionabile, aumentare il salario minimo, ridurre le tasse e nazionalizzare banche, aziende e asset stranieri. Sostiene la campagna contro l’Ucraina.
Il secondo avversario di Putin è Leonid Sluckij, candidato del Partito conservatore liberal democratico (che già fa parte della maggioranza nella Duma). Leonid è stato il vicepresidente dell’assemblea rappresentativa russa, è laureato in economia e ha descritto la campagna del Cremlino in Ucraina come una “lotta geopolitica decisiva contro il nazismo, che deve essere vinta”.
Infine, è il turno del giovane Vladislav Davankov, un uomo d’affari prestato al mondo della politica dal 2020, deputato dal 2021 e terzo avversario alla carica di presidente di Vladimir Putin. Il 40enne fa parte della nuova formazione di centrodestra Gente Nuova, e i sondaggi avrebbero riservato a lui il secondo posto alle Elezioni di oggi e domani. Sembrerebbe che il suo Partito sia nato con il permesso del Cremlino, visto che Davankov è un uomo molto vicino al presidente russo. Nel 2018, infatti, è stato vicedirettore dell’Organizzazione no profit “Russia, il Paese delle opportunità”, creata da Putin stesso. Il 22 febbraio 2022, Vladislav ha difeso il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Il voto terminerà domenica alle 17, ma il risultato sembrerebbe già scritto.
Aggiornato il 15 marzo 2024 alle ore 15:51