I rapporti commerciali dell’Iran con l’Unione europea (Ue) si sono sviluppati fruttuosamente nel corso degli anni e questa partnership economica e diplomatica è in gran parte ciò che ha alimentato il sostegno offerto dagli Ayatollah ai gruppi terroristici e ha minato la stabilità regionale. Negli ultimi anni, la portata degli scambi commerciali ha raggiunto livelli importanti, con miliardi di euro di beni e servizi scambiati. Dietro queste transazioni economiche apparentemente innocue, tuttavia, si nasconde una realtà preoccupante: i fondi derivanti dall’interscambio tra Europa e Iran vengono impiegati in attività che stanno prolungando la violenza e il conflitto in tutto il Medio Oriente e oltre.
Secondo l’agenzia di stampa iraniana Tasnim News gli scambi commerciali tra l’Iran e i Paesi membri dell’Ue sono cresciuti:
L’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) nel suo ultimo rapporto, ha affermato che gli scambi mensili tra l’Iran e l’Ue hanno registrato una crescita del 24 per cento: “L’Iran e gli Stati membri dell’Unione europea si sono scambiati prodotti per un valore di oltre 450 milioni di euro nel novembre 2023, mostrando una crescita del 24 per cento rispetto a novembre 2022. I 27 Stati membri dell’Ue hanno esportato verso l’Iran prodotti non energetici per un valore di circa 3,5 miliardi di euro, negli 11 mesi del 2023 (da gennaio a novembre). L’Eurostat stima che il valore totale degli scambi commerciali tra l’Iran e i 27 Stati membri dell’Unione europea da gennaio a novembre 2023 sia pari a 4,214 miliardi di euro, mostrando un calo del 12 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente... Il valore delle importazioni dell’Ue dall’Iran tra gennaio e novembre 2023 ha raggiunto i 730 milioni di euro, registrando un calo del 25 per cento rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente”.
Il regime iraniano ha costantemente utilizzato i ricavi generati dal commercio internazionale per sostenere, addestrare e armare vari gruppi terroristici, tra cui Hamas, Hezbollah, la Jihad Islamica Palestinese e gli Houthi. Dal 2012, il regime iraniano ha stanziato più di 13 miliardi di euro per sostenere la sua rete di proxy groups. Secondo le stime del Dipartimento di Stato americano, l’Iran fornisce circa 100 milioni di dollari all’anno ai gruppi terroristici palestinesi, compreso Hamas. Inoltre, circa 700 milioni di dollari all’anno vengono destinati a Hezbollah. Questi gruppi sono responsabili di innumerevoli atti di violenza e terrorismo in tutto il Medio Oriente, attentando alla stabilità della regione e costituendo una minaccia diretta per gli interessi di sicurezza europei, mediorientali e nordamericani.
Il coinvolgimento dell’Iran nell’invasione russa dell’Ucraina evidenzia ulteriormente l’uso malevolo dei fondi derivanti dal commercio internazionale. L’Iran ha fornito alla Russia centinaia di droni attraverso una rotta diretta sul Mar Caspio e, secondo i reports, centinaia di missili balisitici.
Secondo Usa Today: “Il presidente russo Vladimir Putin prevede di raddoppiare il numero delle truppe del suo Paese di stanza lungo il confine con gli Stati baltici e la Finlandia, come parte dei preparativi di Mosca per un potenziale conflitto militare con la Nato entro il prossimo decennio, ha dichiarato martedì il servizio di intelligence estera dell’Estonia”.
Il capo dei servizi segreti estoni ha di recente asserito: “La Russia ha scelto la strada di un confronto a lungo termine (...) e il Cremlino probabilmente prevede un possibile conflitto con la Nato entro i prossimi dieci anni”.
Gli scambi commerciali tra Ue e Iran non fungono soltanto da fonte di finanziamento per il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica (Irgc), ma svolgono altresì un ruolo fondamentale nel conferire al regime iraniano il potere di reprimere il proprio popolo, i gruppi di opposizione e i sostenitori della democrazia con una forza ancora maggiore. Le ingenti risorse derivanti dagli scambi commerciali consentono all’Irgc di espandere il proprio apparato repressivo, compresi le capacità di controllo, la repressione del dissenso e il sostegno ai gruppi paramilitari.
Questa linfa vitale finanziaria non solo perpetua la presa del potere da parte del regime, ma esacerba anche la sofferenza degli iraniani che lottano per la libertà e la democrazia. Mentre il regime rafforza le sue tattiche oppressive avvalendosi degli introiti commerciali, le prospettive di cambiamenti politici significativi e di progressi nell’ambito dei diritti umani in Iran diminuiscono ulteriormente, evidenziando l’impatto nefasto degli accordi economici con i regimi autoritari.
Esiste, tuttavia, una chiara strada da percorrere affinché l’Ue possa contrastare le attività destabilizzanti del regime iraniano e tutelare i propri interessi. In primo luogo, l’Unione europea deve interrompere immediatamente ogni scambio commerciale con l’Iran, tagliando così una fonte cruciale di finanziamento per il terrorismo e l’instabilità regionale.
In secondo luogo, occorre tagliare le relazioni diplomatiche con l’Iran e tutti i diplomatici iraniani dovrebbero essere espulsi dagli Stati membri dell’Ue. Le sanzioni draconiane contro le industrie petrolifere e del gas iraniane, così come le istituzioni militari, devono essere applicate per ledere la capacità del regime di finanziare attività terroristiche e rendere inefficiente il suo sostegno a regimi canaglia come Cina e Russia.
Inoltre, alla luce del sostegno offerto dall’Iran all’aggressione russa in Ucraina, i leader europei devono inviare un messaggio chiaro e inequivocabile che è sul tavolo un’azione militare contro i siti militari e le infrastrutture critiche dell’Iran, compresi gli impianti di petrolio e gas. Tale misura è necessaria per dimostrare la determinazione dell’Ue nell’affrontare il terrorismo finanziato dagli Stati e nel proteggere la pace e la sicurezza globali.
In conclusione, i continui legami commerciali tra l’Ue e l’Iran non solo minano gli stessi interessi di sicurezza dell’Unione europea, ma perpetuano altresì la violenza e l’instabilità in Medio Oriente e oltre. È fondamentale che Bruxelles intraprenda un’azione decisiva per interrompere i flussi finanziari verso l’Iran e ritenere il suo regime responsabile del sostegno al terrorismo e all’aggressione internazionale. È solo attraverso sforzi vigorosi e coordinati che l’Ue potrà contrastare efficacemente le attività malevoli del regime iraniano e salvaguardare la stabilità e la sicurezza del Medio Oriente, dell’Europa e del mondo libero.
(*) Tratto dal Gatestone Institute – Traduzione a cura di Angelita La Spada
Aggiornato il 13 marzo 2024 alle ore 09:39