Memorie di un presidente

Joe Biden è stato assolto dall’accusa di aver condiviso dei documenti riservati. L’indagine del procuratore speciale Robert Hur ha escluso la possibilità di un’incriminazione, per mancanza di elementi sufficienti per provare la colpevolezza del presidente. Ma le critiche, sul piano politico, non sono di certo mancate. Per Hur, Biden è una personaconfusa”, con una memoria “scarsa, difettosa” e significativamente limitata. Tutto ciò a causa dei suoi 81 anni di età. “Sono un uomo anziano e so quello che faccio, non ho problemi di memoria”, ha replicato alle 345 pagine di rapporto del procuratore il primo cittadino statunitense.

Una risposta che ha dolcemente ricordato ai più attenti quella di Abraham Simpson, quando gli è stato chiesto se suo figlio Homer fosse un comunista (Mio figlio non è un comunista. Può essere un maiale, un idiota, un comunista, ma vi assicuro che non è una pornostar). Successivamente, Joe Biden si è definito “la persona più qualificata del Paese a svolgere il lavoro di presidente”, rassicurando i giornalisti presenti alla conferenza stampa – da lui convocata – che “la memoria va bene”. Peccato che, poco dopo, il capo di Stato ha conferito ad Abdel Fattah al-Sisi lo status di presidente del Messico. Tutto ciò, durante il medesimo incontro con i media. Qualche giorno fa invece, Biden ha confuso Emmanuel Macron con François Mitterand (venuto a mancare nel 1996), accostandolo alla Germania piuttosto che alla Francia. Si sa che la geografia europea non è la materia preferita dagli yankee, ma c’è un limite a tutto. Soprattutto se si è il presidente della Nazione più potente al mondo.

E i repubblicani sono giustamente passati all’attacco. Non che il tema della memoria di Biden sia così nuovo, ma grazie al rapporto di Hur è tornato in grande spolvero. Mike Johnson – lo speaker della Camera dei rappresentanti – ha definito il presidente degli Stati Uniti “un vecchietto ben intenzionato ma con una cattiva memoria”. Inoltre, se da una parte i campioni della democrazia si devono affidare a un uomo che non ricorda le date della sua vicepresidenza sotto Barak Obama – come si legge nelle spiegazioni di Robert Hur – dall’altra c’è Vladimir Putin che, intervistato da Tucker Carlson, ha sfoggiato una lucidità disarmante. Ma il vento deve cambiare.

Aggiornato il 09 febbraio 2024 alle ore 15:35