Non era ancora mezzogiorno quando sono stati sparati colpi di pistola – da parte di due soggetti – nella chiesa di Santa Maria nel distretto di Sariyer, a Istanbul, in Turchia. Un uomo è morto: aveva 52 anni. La polizia ha poi arrestato due persone: questo è quanto riportato dall’agenzia Anadolu, citando il Ministero dell’Interno. Secondo quanto trapelato, si tratta di un cittadino del Tagikistan e di un russo. Si ritiene che entrambi siano affiliati all’Isis. Le indagini, comunque, stanno proseguendo per fare piena luce sull’accaduto.
“Con molta tristezza abbiamo seguito la notizia dell’attacco alla chiesa di Istanbul di domenica 28 gennaio 2024 (ieri, ndr)”: così, in una nota, il Delegato generale francescano per Istanbul pubblicata sul sito dell’Ordine dei Frati Minori. “I frati del nostro Guardianato Ofm in Turchia ci hanno assicurato che stanno tutti bene e che le nostre chiese parrocchiali sono al sicuro. Ringraziamo i nostri frati, i nostri collaboratori e le tante persone di buona volontà che hanno espresso la loro preoccupazione e offerto le loro preghiere”.
Su X il padre domenicano Claudio Monge ha fatto sapere che l’edificio religioso “non è una chiesa italiana, ma cattolica e cioè universale, aperta a chi cerca la riconciliazione del cuore e dello Spirito, come tutte le chiese in cui lavoriamo”.
Per il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, “nessuno deve permettere che la paura prevalga sulla pace sociale e distrugga l’armoniosa convivenza delle comunità religiose nel Paese”. “Esprimiamo il nostro cordoglio per l’uccisione del cittadino turco e lo affidiamo all’abbraccio misericordioso del Padre” hanno sostenuto il presidente e il segretario generale della Cei, cardinal Matteo Zuppi e monsignor Giuseppe Baturi. “A tutta la comunità giunga il nostro affetto. Insieme preghiamo perché cessi ogni forma di violenza e si intraprenda con decisione la via della pace”.
Aggiornato il 29 gennaio 2024 alle ore 15:52