Ecuador: Pico vuole garanzie, per Noboa i terroristi vanno trattati come tali

Fabricio Colón Pico, soprannominato El Salvaje – il selvaggio – ha mandato un messaggio al presidente dell’Ecuador Daniel Noboa, dopo essere evaso dal carcere ed aver condizionato il caos di questi giorni. “Non ho nulla da nascondere, voglio arrendermi, signor presidente” ha esordito il leader della gang dei Los Lobos in un video pubblicato sui social indirizzato al capo di Stato. El Salvaje è evaso il 9 gennaio scorso dal carcere di Riobamba, qualche centinaio di chilometri a sud della capitale Quito. “Sono scappato perché mi avevano detto che mi avrebbero ucciso, la mia vita è in pericolo, per nessun altro motivo”, ha spiegato Pico nel suo discorso. E ancora: “Capisca, signor presidente: lei garantisce la mia vita, che non mi succederà nulla, e io mi arrendo” ha concluso il narcotrafficante. Un ricatto, o almeno una resa condizionata, è quella che ha chiesto il terrorista a Noboa. Un modus operandi tipico del narcotraffico sudamericano, che già in Colombia e in altri Paesi esportatori di cocaina spesso scende a patti con i governi. E anche l’Ecuador, che fino a qualche anno fa è stata una Nazione relativamente tranquilla, ora si ritrova in stato d’emergenza, sotto scacco dei terroristi internazionali.

Ma la risposta del giovane presidente Noboa non si è fatta attendere. “I terroristi devono essere trattati da terroristi, noi agiremo con fermezza” ha dichiarato il capo di Stato ecuadoregno ai microfoni della radio Fm Mundo. Nessun negoziato con i narcos quindi, tantomeno con Pico, poiché l’Ecuador “è stanco che i criminali stabiliscano le condizioni”. La conclusione del presidente non lascia adito a dubbi o ambiguità: “Se vuole, si costituisca. Nessuno glielo impedisce”.

Per via dello stato di emergenza e di conflitto armato interno, il Paese dell’America latina chiederà alla frontiera con Colombia e Perù di presentare un certificato del casellario giudiziale a chiunque voglia varcare il confine. Lo ha dichiarato il Ministero degli Interni, spiegando che questa iniziativa serve a “prevenire e controllare l’ingresso di individui che costituiscono una minaccia o un rischio per l’incolumità pubblica” e durerà tanto quanto lo stato di emergenza, emesso dal presidente Noboa a seguito dell’ondata di violenza degli ultimi giorni. Saranno esenti i bambini e gli adolescenti accompagnati da un adulto. Naturalmente incensurato.

Aggiornato il 12 gennaio 2024 alle ore 15:18