Putin lancia la campagna di bombardamenti

L’Ucraina ha bisogno di aiuti per la difesa aerea

Gli ucraini hanno trascorso gran parte del periodo delle vacanze di Capodanno nei rifugi antiaerei mentre la Russia ha scatenato alcuni dei più massicci attacchi aerei di questa guerra di aggressione contro l’Ucraina, giunta alla soglia dei due anni. Secondo quanto riferito dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, la Russia ha lanciato, a partire dal 29 dicembre, almeno 500 missili e droni contro obiettivi in tutta l’Ucraina in quella che viene considerata un’anticipazione delle intenzioni del Cremlino per le prossime settimane. Questa nuova ondata di attacchi aerei ha confermato i peggiori timori di molti in Ucraina, che da tempo ipotizzavano che la Russia stesse accumulando missili da utilizzare in una nuova campagna di bombardamenti invernali. Si ritiene che Mosca abbia notevolmente incrementato la produzione interna di missili come parte della transizione del Paese verso un’economia di guerra, con la produzione di oltre 100 missili a lungo raggio al mese. Nel suo discorso di Capodanno, il presidente russo Vladimir Putin ha promesso di “intensificare” la guerra aerea della Russia contro l’Ucraina. Lo scorso inverno, la Russia ha preso di mira le infrastrutture energetiche civili dell’Ucraina nel tentativo di sottomettere il Paese.

Sebbene questa campagna di bombardamenti, durata cinque mesi, abbia portato a continui blackout energetici in tutta l’Ucraina, alla fine non è riuscita a spezzare gli animi ucraini e gli è stato invece attribuito il merito di aver rafforzato la volontà del Paese di resistere all’invasione russa. Al contrario, la nuova offensiva di bombardamento di Putin sembra avere un obiettivo più ampio. I recenti attacchi hanno colpito sia stabilimenti dell’industria militare e della difesa sia edifici residenziali, ospedali e centri commerciali. L’aumento degli attacchi contro i civili ha già causato decine di morti. Ciò ha suscitato l’ipotesi che la Russia cerchi di minare il morale ucraino, degradando allo stesso tempo la capacità dell’Ucraina di produrre armi e munizioni necessarie per sostenere il proprio sforzo bellico. L’obiettivo più immediato della Russia potrebbe essere quello di sopraffare le capacità di difesa aerea dell’Ucraina. Sebbene Kyiv sia stata in grado di migliorare notevolmente i suoi sistemi di difesa aerea dall’inizio dell’invasione su vasta scala da parte della Russia, l’Ucraina rimane fortemente dipendente dagli alleati per il rifornimento di missili intercettori e altre munizioni.

Con ulteriori aiuti militari da parte di Stati Uniti e Ue attualmente messi in discussione, esiste il pericolo reale che l’Ucraina possa esaurire le scorte esistenti di munizioni per la difesa aerea nelle prossime settimane. Le conseguenze di un collasso delle difese aeree dell’Ucraina sarebbero catastrofiche. Le forze ucraine hanno finora superato tutte le aspettative, incorporando un’ampia gamma di sistemi di difesa aerea forniti dai partner internazionali del Paese. Ciò ha permesso loro di abbattere in media circa il 70-80 per cento dei droni e dei missili in arrivo. Tuttavia, se le scorte di munizioni dovessero diventare estremamente basse alla fine di gennaio o all’inizio di febbraio, gli alti funzionari di Kyiv potrebbero essere costretti a concentrare le risorse limitate in alcune aree, lasciando di fatto parte del Paese indifeso. In tali circostanze, una singola ondata di attacchi aerei russi potrebbe facilmente provocare migliaia di vittime civili. I funzionari di Kyiv sembrano ben consapevoli della minaccia incombente e negli ultimi mesi hanno cercato attivamente ulteriore supporto di difesa aerea. Il Paese ha ricevuto un secondo sistema Patriot dalla Germania a dicembre e gli Stati Uniti potrebbero essere in grado di consegnare, grazie al Giappone, ulteriori missili Patriot all’Ucraina. All’indomani dell’ultimo bombardamento russo, Zelenskyy ha parlato con il primo ministro britannico Rishi Sunak, e le forniture per la difesa aerea erano in cima all’agenda.

La Gran Bretagna aveva già risposto al massiccio attacco aereo russo del 29 dicembre confermando la consegna di altri 200 missili di difesa aerea all’Ucraina. Sebbene i funzionari di Kyiv accolgano con favore questo sostegno, riconoscono che molto dipenderà dall’eventuale sblocco della situazione di stallo che si registra, a livello politico, a Washington. A meno che il Congresso degli Stati Uniti non riesca ad approvare il pacchetto multimiliardario, l’esercito ucraino dovrà affrontare una serie di carenze critiche, anche nel campo della difesa aerea. Nel frattempo, il Cremlino spera che i ritardi e le riduzioni degli aiuti occidentali, insieme alle loro ampie forniture di missili e droni, lasceranno le città ucraine sempre più vulnerabili agli attacchi. Il senso di crescente fiducia in Mosca è stato tangibile nelle ultime settimane, con Putin che ha promesso di combattere fino alla vittoria e il Ministero degli Esteri russo che ha affermato che l’Ucraina deve essere “completamente denazificata e smilitarizzata”, che nel linguaggio contorto del Cremlino sta a significare, che Mosca intende andare avanti fino alla capitolazione e la sottomissione totale dell’Ucraina.

In definitiva, un significativo aumento delle consegne di sistemi di difesa aerea e munizioni all’Ucraina – da solo – non è sufficiente a porre fine alla campagna di bombardamenti terroristici della Russia. Per contrastare efficacemente la minaccia rappresentata dai droni e dai missili russi, l’Ucraina deve ricevere missili a lungo raggio, insieme al via libera politico dei suoi partner a poter colpire i siti di lancio e i relativi obiettivi anche all’interno della Russia. Finché i leader occidentali insisteranno nel limitare la capacità dell’Ucraina di contrattaccare la Russia, i comandanti ucraini saranno costretti a combattere la guerra aerea con lo scudo ma senza la spada.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative sulla sicurezza

Aggiornato il 05 gennaio 2024 alle ore 11:35