Se il museo di Auschwitz diventa un “nemico”

Uno dei buoni propositi per il 2024 è quello di stare alla larga dalle cosiddette catene di Sant’Antonio. O, se vogliamo, dal pensiero imperante che sguazza sui social per colpire il bersaglio di turno. Nella fattispecie il museo di Auschwitz, dal cui account di X (ex Twitter) viene segnalato come, a dicembre, sia stati persi 7mila follower. L’accorato appello, va detto, ottiene un primo risultato: ossia l’approdo di oltre 58mila nuovi “seguaci”.

Il problema, però, è alla radice. In sostanza, da quello che emerge, sembra che l’unfollow di una gran fetta di utenti sia stato motivato, in sostanza, come critica all’atteggiamento adottato da Israele nella Striscia di Gaza. Dimenticando, però, cosa sia accaduto il 7 ottobre con l’assalto sanguinario dei terroristi di Hamas contro gli ebrei. Insomma, non si tiene conto delle vittime (oltre 1200) e degli ostaggi. Altri, invece, avrebbero invitato i social media manager – come riportato dall’Agi – a spostarsi su Threads, il nuovo social di Mark Zuckerberg (dove il museo ha già un suo account).

Insomma, le manovre della Rete contro Tel Aviv scrivono un altro capitolo. E stavolta il “nemico” è il museo di Auschwitz, la cui storia è nota ai più. Perché, come sempre, l’essere umano non ha memoria.

Aggiornato il 02 gennaio 2024 alle ore 15:14