Le chiese cristiane sono sotto attacco in tutta l’Europa occidentale, con episodi più recenti registrati in Austria, Germania, Italia e in Svezia. Nessun Paese occidentale, tuttavia, subisce così tanti attacchi alle proprie chiese quanto la Francia, un tempo denominata “la figlia primogenita della Chiesa”.
La giornalista investigativa Amy Mek twittava così il 1° luglio scorso: “Gli attacchi alle chiese sono la normalità in Francia: due chiese al giorno vengono vandalizzate, bruciate, demolite e abbandonate a se stesse, e i loro fedeli vengono sacrificati sull’altare della correttezza politica. I sacerdoti sono costantemente minacciati. Quand’è che i politici francesi che si occupano delle frontiere aperte saranno ritenuti responsabili?”.
Questo interrogativo identifica accidentalmente i colpevoli, ossia gli immigrati provenienti dal mondo musulmano, dove gli attacchi alle chiese non sono anomali.
Nel luglio scorso, ad esempio, i musulmani hanno attaccato e profanato diversi edifici ecclesiastici francesi, rompendo le porte e le finestre di una chiesa e dipingendo con bombolette spray sui suoi muri graffiti contro Gesù e pro-Maometto. Gli uomini hanno anche dato alle fiamme almeno due chiese storiche, una del XVI secolo, a Drosnay e l’altra del XII secolo, a Saint-Georges De La Haye-Descartes, dopo che erano scoppiate delle proteste in tutto il Paese a causa dell’uccisione il 27 giugno da parte della polizia di Nahel Merzouk, un criminale musulmano.
Non solo le autorità francesi si sono limitate a sostenere che queste due chiese storiche “hanno preso fuoco, probabilmente a causa di un temporale“, ma hanno anche ribadito che è stato l’omicidio della polizia ad aver spinto i musulmani altrimenti pacifici alle rivolte urbane.
Se così fosse, cosa si dovrebbe dire del fatto che da decenni i musulmani attaccano le chiese francesi? Qui di seguito, un elenco di recenti episodi avvenuti prima dell’uccisione di Merzouk.
26 giugno: La chiesa di Saint-Lazare, che si trova vicino a un’altra chiesa pesantemente vandalizzata dai musulmani il 5 luglio, è stata fatta oggetto di atti vandalici e di furti.
20 giugno: Una “banda di studenti universitari” ha fatto irruzione nella chiesa di Saint-Roch, a Nizza, si è aspersa in modo beffardo con l’acqua santa e ha iniziato a gridare “Allahu Akbar!”, che “si sente regolarmente durante gli attacchi islamisti”, osserva il report. Il primo vicesindaco di Nizza, Anthony Borré, ha risposto con una lettera ai suoi superiori, verosimilmente indifferenti, esortandoli a prendere sul serio la questione: “Dal 29 ottobre 2020 e dall’attacco islamista alla cattedrale di Notre-Dame nella nostra città [quando un altro musulmano al grido di “Allahu Akbar!” ha massacrato due donne francesi, una decapitata, e un uomo all’interno di una chiesa], siete consapevoli di quanto possa essere traumatico per i nostri concittadini udire simili affermazioni all’interno di una Chiesa e dei ricordi dolorosi che tali parole possono far rivivere. Di fronte a questi tentativi di destabilizzare la società e di fronte agli attacchi subiti dalla nostra Repubblica laica, dobbiamo dare una risposta forte e collettiva”.
23 giugno: Tre musulmani, di età compresa tra i 12 e i 13 anni, hanno fatto irruzione nella chiesa di Saint-Joseph, a Nizza, durante una messa pomeridiana, e hanno iniziato a gridare “Allahu Akbar!”. Va ricordato che Nizza è anche il luogo dove un altro musulmano uccise 84 persone nel 2016.
12 giugno: Dopo aver fatto irruzione nelle proprietà della chiesa, una banda di musulmani, definiti come un “gruppo di giovani”, ha picchiato selvaggiamente padre Joseph Eid parroco di Notre-Dame-du-Liban chiamandolo “sporco cristiano”. Mentre fuggivano dai passanti intervenuti per porre fine all’aggressione, i ragazzi hanno lanciato altri “insulti nei confronti dei cristiani”.
I musulmani hanno inoltre picchiato l’ottantenne prete cattolico della chiesa di Saint-Vincent de Paul, a Saint-Étienne. Dopo aver buttato a terra padre Francis Palle, lo hanno continuato a picchiare e prendere a calci, finché l’ottuagenario non ha perso conoscenza (il sacerdote è stato poi ricoverato in gravi condizioni). Sebbene questo attacco sia avvenuto il 30 giugno, tre giorni dopo l’uccisione di Nahel Merzouk da parte della polizia, la diocesi ha affermato di non avere nulla a che fare con gli scontri, ma si trattava, piuttosto, di una cosa normale.
3 giugno: La chiesa di Mailhac è stata pesantemente vandalizzata.
28 maggio: Diverse persone “non identificate” hanno fatto irruzione nella chiesa di Saint-Laurent, a Cugnaux, un paese con un’ampia presenza musulmana, e l’hanno vandalizzata, deturpando un crocifisso, rovesciando candele a terra e danneggiando icone, per poi dare fuoco alla chiesa. Ma grazie all’intervento di un passante che ha chiamato i vigili del fuoco, i quali hanno tempestivamente spento le fiamme, si è evitato il peggio. In risposta, Albert Sanchez, sindaco di Cugnaux, ha chiesto maggior “dialogo e comprensione tra le differenti comunità culturali e religiose della nostra città”, poiché “la diversità è la nostra forza e il nostro orgoglio”.
4 maggio: “Lunga vita all’Islam” e altri slogan in arabo, sono stati rinvenuti scritti con vernice spray sui muri della chiesa di Lieusaint, a Seine-et-Marne. L’articolo che riporta la notizia aggiunge: “Questa non è la prima volta che questa chiesa subisce atti vandalici. (...) Diverse statue sono state danneggiate e rovesciate”.
16 marzo: Un uomo già “noto per la sua radicalizzazione islamista” ha fatto irruzione nella chiesa di Saint-Hippolyte, a Parigi, interrompendo la funzione religiosa. Ha anche trafugato un crocifisso in plexiglas alto due metri, che sorreggeva un Cristo ligneo del XVII secolo. Successivamente, è stato ritrovato nei pressi dell’edificio ecclesiastico “frantumato in molti pezzi”, ha detto la polizia.
8 marzo: Un immigrato musulmano è entrato nel cimitero della chiesa di Saint-Louis, a Évreux, per poi staccare e profanare i crocifissi affissi su una trentina di tombe.
2 marzo: Un uomo identificato come “africano”, ha vandalizzato Saint-Eustache, una delle chiese più grandi di Parigi, dove ha rotto parzialmente con un estintore il vetro di protezione di un altare. L’articolo che riporta la notizia osserva che “il modus operandi del sospettato (...) [è] paragonabile a quello della chiesa Saint-François-Xavier, dove martedì 28 febbraio erano stati provocati dei danni”.
Un altro articolo del 17 marzo rileva che otto chiese parigine sono state oggetto di atti vandalici o sono state date alle fiamme nelle dieci settimane intercorse tra gennaio e metà marzo del 2023.
I fatti menzionati sopra sono soltanto alcuni episodi: la maggior parte degli attacchi alle chiese in Francia non vengono nemmeno riportati dai media locali. La giornalista investigativa Sonja Dahlmans fornisce maggiori dettagli: “Crocifissi, organi, altari e altri simboli religiosi vengono regolarmente distrutti o trafugati [dalle chiese francesi]. Anche le statue dei santi vengono prese di mira. Nella chiesa di Angers, sette statue di santi sono state decapitate o amputate nell’aprile di quest’anno. Una statua di Maria è stata decapitata nella chiesa di Saint-Martin, a Choicy-le-Roi. Anche le vetrate delle antiche chiese vengono regolarmente distrutte da vandali, come a Guerlesquin. Lo scorso ottobre, si sono verificati episodi di violenza estrema nella Chapelle Saint-Joseph, a Saint-Pol-de-Léon. Lì i vandali hanno sfondato le porte della chiesa con un’ascia e distrutto tutte le finestre dell’edificio. Gli autori di questi atti vandalici hanno distrutto tutti i crocifissi e altri simboli religiosi. I cimiteri e le tombe nelle chiese non riescono a sfuggire ai vandali. A Velsy, nel giugno 2022, 150 tombe sono state danneggiate e profanate. Le croci sulle tombe e altri simboli religiosi sono stati portati via o distrutti dai perpetratori. Diciotto tombe nella chiesa di Rocquemont sono state distrutte nel maggio dello stesso anno. Una statua di Maria nel cimitero di Guignicourt-sur-Vence è stata rubata nell’agosto 2022”.
Si direbbe che sia stato dichiarato un vero e proprio jihad contro le chiese francesi, e la leadership del Paese guarda dall’altra parte.
Una mappa, pubblicata dal sito web Christianophobie.fr, che contrassegna con un’icona rossa ogni luogo in cui una chiesa francese ha subito attacchi soltanto tra il 2017 e il 2018, sembra una zona di guerra. Sostanzialmente, l’intera mappa della Francia è coperta di rosso. Perfino Snopes [un sito di fact-checking, N.d.T.], che si presenta come arbitro ultimo nel decretare se una notizia sia vera o falsa, ha ammesso l’accuratezza della mappa, pur cercando di minimizzare i suoi risultati: “Se questa immagine (la mappa, ndr) è spesso divulgata a dimostrazione di tutte le chiese che sono state distrutte in Francia, di fatto, tale mappa documenta un’ampia gamma di attività nefaste come atti di vandalismo, furti e incendi dolosi, avvenuti sia nelle chiese che nei cimiteri in un palese arco di tempo di due anni (e non quattro), tra il 2017 e il 2018. Va anche notato che mentre questa mappa documenta alcuni crimini relativamente gravi, come l’incendio doloso o il rovesciare a terra le statue nelle chiese, molte di queste icone di contrassegno segnalano episodi in cui sono apparsi graffiti o scritte. C’è anche un’icona che segnala la semplice interruzione da parte di una persona di una funzione religiosa”.
In altre parole, secondo Snopes, se sui muri di una chiesa vengono dipinti graffiti jihadisti o anti-cristiani, o se una funzione religiosa viene interrotta da un intruso musulmano che urla “Allahu Akbar!” non si tratta di atti sufficientemente “gravi” da costituire reato.
C’è da chiedersi se i musulmani rimarrebbero indifferenti se un cristiano vandalizzasse una moschea o irrompesse in una moschea urlando slogan cristiani.
Per inciso, non dovrebbe sorprendere che la risposta ufficiale del mainstream al jihad contro le chiese francesi trasuda simulata inconsapevolezza, come colto da un titolo alquanto surreale di Newsweek: “Le chiese cattoliche vengono profanate in tutta la Francia e le autorità non sanno perché”.
Sebbene questo articolo di Newsweek ben sintetizzi “l’ondata di attacchi contro le chiese cattoliche”, annoverando anche episodi di “incendio doloso”, di “vandalismo” e di “profanazione”, i termini “musulmano”, “immigrati” o addirittura “islamisti” non appaiono da nessuna parte in questo report. Piuttosto, si citano “gruppi anarchici e di femministe”, arrabbiati con le chiese perché sono “un simbolo del patriarcato che deve essere smantellato”.
Inoltre, anche il ragionamento deduttivo indica chiaramente che i musulmani perpetrano la maggior parte degli attacchi alle chiese. Sonja Dahlmans scrive: “Secondo un rapporto dell’Ocse del 2022, la Francia è tra i primi cinque Paesi europei con il maggior numero di crimini d’odio registrati contro i cristiani. Gli altri quattro Paesi sono Spagna, Germania, Regno Unito e Svezia”.
C’è qualcos’altro che queste prime cinque nazioni hanno in comune: una popolazione musulmana notevolmente numerosa. In altre parole, mentre Polonia, Ungheria e altri Paesi dell’Europa orientale hanno la loro parte di “gruppi anarchici e di femministe”, registrano pochissimi attacchi alle chiese, e hanno anche un minor numero di musulmani.
Ci sono, ovviamente, delle ragioni “pratiche” per cui tutti questi attacchi musulmani alle chiese francesi vengono drasticamente sottaciuti e dissimulati. Si immagini, ad esempio, come potrebbe essere interpretato il tragico incendio della cattedrale di Notre-Dame del 2019, se fosse di dominio pubblico che innumerevoli chiese in ogni angolo della Francia sono state e continuano ad essere sotto costante attacco, anche attraverso incendi dolosi, da parte di quella popolazione musulmana notevolmente numerosa della nazione (centinaia di loro hanno esultato sui social media mentre Notre Dame andava in fiamme).
(*) Tratto dal Gatestone Institute – Traduzione a cura di Angelita La Spada
(**) Nel luglio 2023, i musulmani hanno dato alle fiamme la chiesa di Saint-Georges De La Haye (nella foto) del XII secolo, a Descartes, in Francia (fonte dell'immagine: Joël Thibault/Wikimedia Commons)
Aggiornato il 20 dicembre 2023 alle ore 11:46