Il presidente dello Zambia, Hakainde Hichilema, giunge a Roma per una visita di Stato di due giorni, su invito del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La visita di Hichilema in Italia, riferisce la stampa dello Zambia, è finalizzata a rafforzare le relazioni bilaterali ed economiche strategiche tra Zambia e Italia, basate su valori condivisi e rispetto reciproco, come ribadito dal ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale di Lusaka, Stanley Kakubo.
La visita di Hichilema segue quella di Mattarella a Lusaka nel luglio 2022, la prima in assoluto effettuata in Zambia da un capo di Stato di un paese membro dell’Unione europea e la seconda di un presidente italiano dopo quella effettuata da Francesco Cossiga nel 1989. L’Italia può fare affidamento su una importante presenza di lunghissimo periodo nel Paese con un considerevole contributo allo sviluppo economico dello Zambia, favorito dalla concessione di rilevanti crediti destinati alla realizzazione di progetti in campo infrastrutturale. Attualmente l’Italia può ancora contare su un patrimonio di credibilità e amichevoli relazioni pazientemente costruito nel tempo.
Il 12 febbraio 2014 è entrato in vigore l’Accordo bilaterale sulla Promozione e Protezione degli Investimenti. Sebbene lo Zambia rappresenti per l’Italia un mercato di importanza relativa dal punto di vista commerciale, per quanto riguarda i beni strumentali e i prodotti intermedi per l’industria, esistono spazi, ancorché per volumi non elevati, per assicurare una maggiore proiezione sul mercato da parte dell’offerta italiana, soprattutto nell’ambito dei macchinari utensili, dei fertilizzanti per l’agricoltura, e dei mezzi di trasporto. Lo stato delle infrastrutture rappresenta un ostacolo importante allo sviluppo del Paese: la rete stradale e ferroviaria è insufficiente, ma il governo è impegnato in una campagna di sviluppo infrastrutturale quinquennale. I porti più frequentemente utilizzati sono: Durban in Sudafrica, Dar-es-Salaam in Tanzania e Walvis Bay in Namibia.
Il Paese sta introducendo anche importanti incentivi fiscali nei settori dell’agricoltura, nel manifatturiero, nel minerario, nell’edilizia e in quello dell’ospitalità. Gli investitori che esportano beni non tradizionali pagano un’aliquota del 15 per cento, mentre quelli che operano nelle regioni rurali i primi cinque anni di attività pagano un settimo dell’aliquota standard sul reddito delle imprese che è pari al 35 per cento. Esenzioni doganali favoriscono poi gli esportatori che vendono all’estero prodotti non tradizionali e dell’agrifood pari ad almeno il 25 per cento del fatturato totale.
Il nostro Paese deve puntare con forza sul continente africano, accrescendo la propria capacità di stare in ascolto e di cogliere le crescenti opportunità. Senza dimenticare l’importanza dell’informazione sulle priorità del continente e la comunicazione istituzionale: un’azione di “rebranding”, di ridefinizione dell’immagine italiana in africa. Nel 2022, in occasione dei lavori dell’Italia Africa Business Week (Iabw), Serge Ekue, presidente della Banca di sviluppo dell’Africa occidentale (Boad), illustrando un piano di investimenti da sei miliardi di dollari, rilanciò l’importanza della cooperazione con l’Italia per la crescita comune, sostenibile e innovativa.
Aggiornato il 21 novembre 2023 alle ore 13:06