Elezioni Argentina: tra dollarizzazione e pop-rock

Domenica 19 novembre l’Argentina si troverà sotto lo sguardo dei media internazionali e con un livello di attenzione senza precedenti. Infatti si svolgerà il secondo turno delle elezioni presidenziali, dove l’ultraliberale Javier Milei, considerato inizialmente svantaggiato, ha la possibilità di ottenere un successo che lo porterebbe alla presidenza di una nazione con gravi, ma croniche, difficoltà socio-economiche. Il 22 ottobre, al primo turno, l’outsider Milei ha ottenuto, con relativa sorpresa, il trenta per cento dei consensi contro l’attuale ministro dell’Economia, Sergio Massa, che ha raccolto quasi il trentasette per cento dei voti.

Il confronto politico si basa su due visioni socio-economiche diverse, quelle ultraliberiste, con connotati anarco-capitalistici, contro quelle progressiste e peroniste, basate su esenzioni e sussidi a pioggia, oggi al Governo. Il partito rappresentato da Milei, La libertà avanza, (La Libertad Avanza Lla), viene considerato dagli oppositori come un pericolo per la democrazia e per i diritti umani di tutti gli argentini, in particolare delle donne. Infatti vengono attribuite a Javier Milei, posizioni antifemministe ed il programma di eliminare la legge 27.610, che riconosce il diritto all’interruzione volontaria della gravidanza durante le prime 14 settimane di gestazione, che fu approvata dal Congresso solo nel dicembre 2020; ma anche l’indifferenza di valutare le disuguaglianze salariali tra donne e uomini. Inoltre l’equazione Milei=Trump, impostata dall’opposizione, caratterizza l’altro aspetto della campagna elettorale; tuttavia Milei non ha mai nascosto le sue affinità ideologiche con l’ex presidente Usa. Durante questa campagna elettorale come è di consuetudine, i contendenti utilizzano qualsiasi arma utile a delegittimare l’avversario; al candidato di destra viene anche attribuito il negazionismo circa i crimini commessi dalla dittatura tra il 1976 ed il 1983, quando un regime militare/civile depose la presidente Isabel Martinez Perón.

Milei professa chiaramente un alleggerimento del peso dello Stato, considerato dal leader liberista “schiacciante”: inoltre durante tutta la sua campagna elettorale rivolta anche ai “decisori” economici argentini, ha sempre promesso una deregolamentazione, “modalità motosega”, della spesa pubblica e la privatizzazione delle imprese statali, tendendo il timone statale verso la rotta del business. Tuttavia non tutti gli operatori finanziari hanno apprezzato l’ipotesi di questo percorso. In realtà applicare questi programmi operativi su uno Stato economicamente solido potrebbe avere un effetto magari “spinta”, farlo su uno Stato economicamente al collasso potrebbe essere azzardato.

Comunque le dinamiche economiche di ogni Stato seguono spesso tratti apparentemente improbabili, anche a causa di “interferenze internazionali” sempre presenti in ogni scenario politico, particolarmente in Sudamerica. In ogni modo il programma di Milei si basa su variabili matematiche, ma gestire il potere è un’altra cosa. Un altro aspetto del programma economico di Milei è quello di sostituire la moneta nazionale con il dollaro, una mossa destinata a fronteggiare l’impennata dell’inflazione attualmente poco sotto il 140 per cento annuo.

A noi “europei” – forse non all’unanimità – vedere “dollarizzare” l’Argentina fa sorgere serie perplessità. La perdita della sovranità monetaria è una sensibilità che, nonostante le strategie “vendute dall’alto”, si sta espandendo con nostalgici richiami; inoltre la surrogazione del Peso argentino con il dollaro dovrebbe prevedere il possesso nelle banche argentine di riserve sufficienti in dollari, che consentirebbero la possibilità di una sostituzione monetaria, ma a quanto risulta tale valuta non alberga sufficientemente nelle casseforti argentine.

Ma intanto che Milei parla di “sogni/progetti” economici, l’antagonista Sergio Massa si appoggia ai fan della cantante e attrice Taylor Swift, che in questi giorni ha cavalcato palcoscenici argentini prendendo posizioni politiche contro Milei. Così a Buenos Aires al ritmo delle note di Cruel Summer o Is it over now? la cantante statunitense, nell’ambito della sua prima tournée latino-americana, spinge i suoi fan verso Massa.

Domenica 19 si vedrà chi vincerà nello scontro titanico tra la “dollarizzazione” dell’Argentina e il pop-rock-country della Switf, dove politica e musica si tengono per mano.

Aggiornato il 17 novembre 2023 alle ore 09:16