Dibattito tivù, i repubblicani uniti su Israele

Non sono mancate le scintille e i colpi di scena durante il dibattito in diretta tivù tra cinque dei candidati alle primarie del Partito repubblicano, in scena a Miami. Il focus del confronto è stato, come ci si sarebbe aspettati, sulla politica estera. Innanzitutto, i candidati alle elezioni interne del Grand old party hanno espresso pieno sostegno a Israele. “Se fossi presidente ora direi a Bibi di finire il lavoro una volta per tutte con questi macellai di Hamas”, ha commentato Ron DeSantis, dando inizio alla discussione. Nikki Haley invece ha paragonato i manifestanti filo-palestinesi al Ku Klux Klan e ha condannato fermamente l’antisemitismo nei campus universitari degli Stati Uniti. La candidata ha poi attaccato il presidente Joe Biden per aver fatto pressione su Israele, perché accettasse la pausa umanitaria. “L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno – ha chiosato Haley – è dire a Israele quello che deve fare”.

Ma quando l’attenzione si è spostata sull’altro conflitto che interessa l’opinione pubblica quotidianamente – ovvero la guerra tra Russia e Ucraina – i cinque uomini politici si sono divisi, portando a dibattito tesi diverse. “Non è un esempio di democrazia”, ha accusato Vivek Ramaswamy – l’imprenditore outsider per eccellenza delle primarie – definendo Volodymyr Zelensky un “nazi”. “Vladimir Putin e Xi Jinping stanno sbavando al pensiero che qualcuno come te può diventare presidente”, ha prontamente ribattuto Haley, lasciando effettivamente senza parole il suo avversario. Anche il governatore della Florida Ron DeSantis sarebbe contrario agli aiuti a Kiev e, a onor del vero, il repubblicano lo ripete ormai da tempo. Per lui, questi sarebbero soldi utili per garantire la sicurezza degli Usa al confine col Messico, frenando una volta per tutte le ondate migratorie.

I cinque politici, che durante lo scontro tivù hanno litigato, fatto pace, per poi litigare ancora, hanno fatto i conti senza l’oste. Questo perché Donald Trump, che da solo ha percentuali di preferenza di circa il 50 per cento degli elettori repubblicani, non ha partecipato al dibattito. Anzi, a pochi chilometri da Miami, ha organizzato un suo comizio, che è andato fortissimo. “È giunto il momento per i repubblicani di smetterla di sprecare tempo e risorse per spingere gente debole e inefficace che nessuno voterà”, ha dichiarato il tycoon. Non poteva essere più chiaro di così.

Aggiornato il 09 novembre 2023 alle ore 16:33