A Malta la terza edizione della conferenza sulla formula di pace ucraina

A Malta si è svolto il terzo incontro in preparazione del vertice sull’attuazione della formula di pace proposta dall’Ucraina, dove erano rappresentati più di 65 Paesi. Lo ha annunciato il capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina Andriy Yermak. L’incontro dei consiglieri di politica estera e di sicurezza nazionale si è svolto il 28 e 29 ottobre ed è già il terzo evento di questo tipo, dopo gli incontri di Copenaghen e Jeddah (Arabia Saudita) all’inizio di quest’anno. “Il sostegno internazionale alla formula di pace ucraina sta crescendo. Il gran numero di Paesi del Sud del mondo coinvolti nell’incontro ne è una conferma. È davvero una dimostrazione che il mondo è interessato alla giustizia e alla vittoria dell’Ucraina”, ha osservato Yermak. Secondo il capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, durante l’incontro sono stati presentati e discussi piani concreti per l’attuazione dei punti della formula della pace ucraina: sicurezza nucleare, sicurezza energetica, sicurezza alimentare, direzione umanitaria (liberazione dei prigionieri e ritorno dei deportati), ripristino dei diritti territorialiintegrità dell’Ucraina e ordine internazionale. Questi piani sono stati sviluppati da gruppi di lavoro, composti da rappresentanti delle ambasciate di vari Paesi ed esperti. Yermak ha osservato che questo incontro regolare è un altro passo verso il vertice globale sulla pace. Nel messaggio del capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina non vengono menzionati quali Paesi erano presenti alla riunione. Si sa che la Cina, che era intervenuta al precedente incontro di Jeddah, questa volta non ha inviato propri rappresentanti. Del resto, la Cina ha mantenuto stretti legami economici e diplomatici con la Russia durante la guerra.

Alla vigilia dell’incontro, il vicecapo dell’Ufficio del presidente dell’Ucraina, Ihor Zhovkva, aveva detto che Kyiv prevedeva la partecipazione di funzionari provenienti da 65 Paesi. Ha ricordato che nel precedente ciclo di negoziati a Jeddah erano 43 gli Stati intervenuti con propri funzionari, e nel primo incontro – svolto a Copenaghen – erano 15 le nazioni presenti. A dimostrazione del crescente consenso che la proposta ucraina sta incontrando a livello internazionale. Attualmente, gli incontri di preparazione del “vertice di pace” non discutono questioni strategiche come la riforma delle Nazioni Unite. Almeno, questo argomento non è incluso nelle comunicazioni ufficiali. Tuttavia, col tempo, questo aspetto diventerà sicuramente un punto ineludibile. Dopotutto, la punizione della Russia per i crimini di guerra commessi in Ucraina e le gravi violazioni del Diritto internazionale richiede soluzioni giuridiche internazionali, che – al momento – la Russia può bloccare facilmente, abusando del suo status di membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Andrii Sybiha, vicedirettore dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, ha riconosciuto che incontri come quello tenutosi a Jeddah la scorsa estate, o quello svolto questo mese a Malta, creano un “prototipo di una nuova architettura di sicurezza mondiale”, sostituendo gli elementi inefficaci dell’architettura di sicurezza esistente. Zhovkva aveva rifiutato di specificare i Paesi che avrebbero partecipato, dicendo che ciò avrebbe potuto aiutare Mosca a fare pressione affinché rinunciassero ad intervenire. Zhovkva ha detto che, quest’anno, Kyiv intende ancora convocare un vertice globale per la pace.

Zhovkva ha affermato di non credere che l’elezione di Mike Johnson come nuovo presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti assesterà un duro colpo agli aiuti militari vitali da parte degli Stati Uniti. Zhovkva ha riferito che l’elezione di un presidente della Camera costituisce un fatto positivo, in quanto pone fine a un vuoto politico di tre settimane, confermando che, durante la visita a Washington dello scorso settembre, sia lui sia il presidente Zelenskyy non hanno riscontrato alcun segnale di opposizione ai finanziamenti per l’Ucraina da parte dei parlamentari statunitensi di entrambi gli schieramenti. “Ho analizzato le parole del neoeletto presidente Johnson prima che fosse eletto o anche dopo la sua elezione e non ho sentito che lui o i membri del suo partito stiano decidendo di tagliare il sostegno militare all’Ucraina”, ha detto Zhovkva.

“Ci sono molti Paesi che sanno molto poco dell’Ucraina, che hanno vissuto per molto tempo sotto la pressione della propaganda russa e che ancora oggi sentono narrazioni e falsificazioni russe. Ecco perché il nostro lavoro non si ferma un secondo. Ma c’è ancora molto altro da dire. Pertanto, il presidente ha dato un compito chiaro al Ministero degli Affari Esteri, all’Ufficio del presidente e a tutti i funzionari affinché oggi dobbiamo costruire rapidamente relazioni con i Paesi dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia. L’importante è che l’Ucraina rimanga sotto i riflettori della comunità internazionale finché non verrà raggiunta una pace giusta e duratura”, ha osservato Andriy Yermak. Per quanto riguarda il Governo maltese, l’opportunità di ospitare una conferenza globale è la conferma degli sforzi che La Valletta sta ponendo in essere per “sostenere un multilateralismo efficace”, quale “miglior strumento per affrontare le sfide globali”, sempre nell’ottica di aiutare l’Ucraina a raggiungere la pace. Per l’Italia ha partecipato il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, l’ambasciatore Francesco Maria Talò. Nel frattempo, a Bruxelles, la maggior parte dei leader europei ha dichiarato venerdì di sostenere un piano di aiuti per l’Ucraina del valore di 50 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, anche se l’Ungheria e la Slovacchia hanno espresso riserve in vista della decisione che dovrà essere presa all’unanimità a dicembre.

 

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative sulla sicurezza

Aggiornato il 30 ottobre 2023 alle ore 10:33