La caduta del regime teocratico di Teheran: la soluzione per la pace in Medio Oriente

È unanime il giudizio, da parte degli analisti di strategia militare, sulla possibilità concreta che la guerra a Gaza, in difesa dell’esistenza stessa di Israele, si allarghi all’Iran. La Repubblica islamica è la principale fornitrice di armi e di finanziamenti ai terroristi di Hamas, degli Hezbollah e della Jihad islamica. Ne abbiamo avuto la palese conferma nell’incontro che si è avuto in Libano tra il leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, il capo di Hamas, Saleh al-Arouri e della Jihad islamica, Ziad Nahleh. Parrebbe che i terroristi di Hamas, che hanno effettuato l’eccidio di inermi cittadini ebrei il 7 ottobre, si siano addestrati, prima dell’operazione terroristica, in Iran. L’obiettivo dell’assalto terroristico di Hamas era quello di frapporre ostacoli al dialogo tra Israele e l’Arabia Saudita. Ma il regime teocratico di Teheran è realmente nelle condizioni politiche interne di affrontare un conflitto diretto con Israele e indirettamente con gli Stati Uniti? Ho qualche dubbio. Analizziamo oggettivamente i fatti. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, durante la visita in Israele ha affermato che il suo Paese sarà sempre al fianco di Israele.

L’esplicito appoggio del presidente statunitense a Israele è stato chiaro nonostante i rapporti tra l’attuale inquilino della Casa Bianca e il primo ministro Benjamin Netanyahu non siano dei migliori. Alle dichiarazioni del comandante in capo dell’esercito statunitense, hanno fatto seguito l’invio di navi da guerra a difesa di Israele del generale James Glynn, che ha guidato le forze speciali dei marine, specializzati in guerriglia urbana, sia in Iraq che contro l’Isis, e il probabile invio di duemila uomini super addestrati alla lotta al terrorismo di matrice fondamentalista. Nella trasmissione di mercoledì 25 ottobre, Stasera Italia, condotta su Rete 4 da Nicola Porro, il giornalista e scrittore Pierluigi Battista ha fatto a mio avviso un’acuta osservazione: “In Iran non ci sono stati le manifestazioni in favore di Hamas, come nel resto del mondo arabo”.

Era chiaro il retro pensiero di Battista ovvero siamo così sicuri che gli iraniani siano favorevoli di Hamas contro i cittadini israeliani? La teocrazia degli Ayatollah, da quando è stata assassinata la curdo-iraniana Jina Mahsa Amini, deve contrastare una rivolta di piazza iniziata dalle donne iraniane e che si è poi allargata a larga parte della società civile iraniana che è stanca del regime teocratico. Manifestazioni di popolo che sono state represse nel sangue da un Governo oscurantista che utilizza i privilegiati guardiani della rivoluzione e della cosiddetta polizia morale. In caso di un’eventuale guerra con Israele, gli iraniani di etnia curda che sono sottoposti alle peggiori vessazioni con chi si schiererebbero? La stessa società civile iraniana che è stata impoverita da anni di embargo come reagirebbe? Fino a ora gli Ayatollah hanno usato gli Hezbollah, Hamas e lo stesso popolo palestinese per fare una guerra per procura a Israele e all’odiato popolo ebraico. Uno scontro diretto contro Israele potrebbe minare il potere stesso degli Ayatollah, che si fonda sul terrore e sulle barbarie perpetrate contro una popolazione che si vuole liberare di una teocrazia che ha riportato l’Iran al Medioevo. In ogni caso, la sconfitta definitiva di Hamas e degli Hezbollah, da parte dell’esercito israeliano, potrebbe innescare la fine del Governo degli Ayatollah in Iran che è l’ostacolo principale a una pacifica risoluzione dei problemi nel Medio Oriente.

Aggiornato il 27 ottobre 2023 alle ore 10:23