Si è intervenuti in precedenza sulla persecuzione, da parte del Governo ucraino, della Chiesa cristiana ortodossa indipendente ma in comunione con il Patriarcato di Mosca, nonostante il patriottismo sempre seguito dal suo clero. Non ripeteremo qui quella storia: si rinvia agli articoli precedenti. Ricordiamo solo come, dopo “piazza Maidan”, su richiesta del nuovo Governo ucraino, il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, abbia riconosciuto una Chiesa autocefala ucraina, dapprima non ritenuta canonica. Non si entra nel merito, ma si sottolinea ancora come ai governi secolari, in sistemi liberali, competa garantire la libertà religiosa e non riconoscere o sciogliere chiese. L’Irlanda cattolica, lo rammentiamo, ha combattuto una dura lotta d’indipendenza dal Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda.
Ma quando ha ottenuto l’indipendenza, non solo ha rispettato, nel territorio dell’Eire, la Chiesa d’Irlanda di comunione anglicana, ma non ne ha toccato le proprietà, compresi i santuari antichissimi. In Ucraina, la tradizione religiosa più antica, a cui restano fedeli fior di patrioti, viene posta fuori legge. Personalmente si sostiene, come cittadini di una nazione fondatrice della Comunità e ora dell’Unione europea, e aderente all’Alleanza Atlantica, la sacrosanta resistenza dell’Ucraina al persistente tentativo d’invasione da parte della Federazione Russa. Ma si è non di meno contrari, come liberali, all’ingresso della medesima Ucraina nell’Unione europea e nella stessa Alleanza Atlantica, per una incompatibilità col loro quadro di principi di fondo, tra i quali la libertà di culto è il primo e più antico. A meno di un ravvedimento operoso. A Gaza, infine, nel corso dei bombardamenti a seguito dell’incursione di Hamas in Israele, è stata colpita l’antica Chiesa cristiana ortodossa di San Porfirio, in cui si erano rifugiati civili in cerca di un posto sicuro. I luoghi cristiani sono nel mirino tanto di Israele quanto di Hamas. Infatti, contrastano con il racconto, comodo per entrambi, secondo cui palestinesi e islamici sarebbero sinonimi. Però, al contrario, quasi metà di costoro sono cristiani. La stessa moglie di Yasser Arafat, Suhä, era cristiana. Insomma, in tutti questi conflitti, è presa di mira la libertà di coscienza.
Aggiornato il 23 ottobre 2023 alle ore 13:30