Il buonsenso ha prevalso alle Nazioni Unite la scorsa settimana, quando la Russia non è riuscita a ottenere un seggio nel Consiglio per i diritti umani. Tuttavia, questa piccola battuta d’arresto per il Cremlino non può celare la disfunzione molto più profonda, all’interno delle Nazioni Unite, messa in evidenza dall’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia. Da quando è iniziata l’invasione nel febbraio 2022, Mosca ha sfruttato il proprio seggio – come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – per bloccare ogni tentativo di porre fine alla guerra o inchiodare alle sue responsabilità la Russia. Di fronte all’implacabile ostruzionismo russo, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato una serie di risoluzioni che condannano l’invasione. Ma è evidente che questo non può bastare. Se consideriamo che lo scopo delle Nazioni Unite è quello di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, risulta palese che l’approccio attuale non funziona. L’invasione su vasta scala dell’Ucraina ha focalizzato l’attenzione internazionale sul ruolo problematico della Russia in seno alle Nazioni Unite. Alcuni si sono chiesti perché la Russia non sia ancora stata estromessa per il suo attacco all’Ucraina, così come accadde all’Unione Sovietica nel 1939, quando venne espulsa dalla Società delle Nazioni (predecessore delle Nazioni Unite), in risposta all’invasione della Finlandia.
Altri hanno messo in dubbio lo status giuridico della Federazione Russa come Stato membro delle Nazioni Unite, sottolineando che la Russia non ha mai effettivamente seguito le procedure formali previste per l’adesione. Questa argomentazione, va detto, non è priva di fondamento. L’Unione Sovietica fu uno dei membri fondatori delle Nazioni Unite e godette di un seggio nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ma l’Urss cessò ufficialmente di esistere il 26 dicembre 1991. La Russia prese poi il posto vacante dell’Unione Sovietica al tavolo più alto delle Nazioni Unite, senza ulteriori formalità. Quando la Cecoslovacchia cessò di esistere, appena due anni dopo, le due nuove nazioni che un tempo facevano parte di quel Paese, la Repubblica Ceca (oggi Cechia) e la Slovacchia, chiesero formalmente e ottennero lo status di membri delle Nazioni Unite. Lo stesso vale per gli Stati che un tempo facevano parte della Jugoslavia. Questo è un passo che la Russia non ha mai fatto. La Carta delle Nazioni Unite afferma che “l’ammissione di tale Stato a membro delle Nazioni Unite sarà effettuata mediante una decisione dell’Assemblea Generale”. La Slovacchia e la Repubblica Ceca hanno seguito questa procedura, la Federazione Russa no. La Carta delle Nazioni Unite dice, inoltre, che l’appartenenza all’organismo è subordinata “all’accettazione degli obblighi contenuti nella presente Carta”. Anche per questi motivi la Russia non soddisfa gli standard richiesti. La Carta delle Nazioni Unite sostiene che tutti i propri membri “si astengono nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”. Invadendo l’Ucraina e tentando di annettere intere regioni ucraine, la Russia ha violato questo impegno fondamentale che vincola tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite. Si può quindi sostenere che l’adesione della Russia alle Nazioni Unite non sia valida, in quanto non è stata formalmente richiesta e perché l’invasione dell’Ucraina pone la Russia in diretta violazione della Carta delle Nazioni Unite.
Ciò solleva ovvi interrogativi sul perché, ancora oggi, la Russia sia tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo status della Russia all’interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è particolarmente controverso e Mosca ha abusato ripetutamente del proprio potere di veto sia per promuovere i propri obiettivi di politica estera, sia per evitare la censura per le violazioni commesse del diritto internazionale. Come noto, i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza sono le uniche nazioni ad esercitare il potere di veto. A quasi venti mesi dall’inizio dell’invasione, è giunto il momento di fare una seria riflessione su come il devastante attacco russo all’Ucraina abbia messo in luce le carenze delle Nazioni Unite. Come evidenziato da Tom Grant, membro senior del Lauterpacht Center for International Law dell’Università di Cambridge, “l’aggressione della Russia contro l’Ucraina è la più grave violazione della Carta delle Nazioni Unite nella storia della Carta”. Come si può consentire a un Paese impegnato nella più grande invasione europea dalla Seconda guerra mondiale, e guidato da un uomo ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra, di indebolire un’organizzazione impegnata nel mantenimento della pace nel mondo? L’assurdità di vedere ancora oggi la Russia tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu alimenta le richieste di una riforma strutturale delle Nazioni Unite.
Il dibattito sulla riforma è incentrato su vari aspetti. In particolare, sulla necessità che il massimo organo delle Nazioni Unite sia più rappresentativo. Uno degli ostacoli a tale riforma è, paradossalmente, proprio l’attuale composizione del Consiglio di sicurezza, che secondo i regolamenti vigenti sarebbe tenuto a votare per approvare qualsiasi espansione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Altre possibili riforme delle Nazioni Unite includono la rimozione o la limitazione del potere di veto per i membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Ciò potrebbe potenzialmente impedire ai singoli Paesi di far deragliare unilateralmente gli sforzi volti ad affrontare le crisi globali o a sostenere il diritto internazionale. Alcuni critici ritengono che anche questo non sarebbe sufficiente e sostengono sia necessario un ripensamento complessivo sul ruolo svolto dalle Nazioni Unite negli affari internazionali. L’Onu è stata fondata nel 1945 per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ma non è stata in grado di impedire alla Russia di invadere un Paese vicino e commettere crimini di guerra mai visti in Europa dai giorni più bui del totalitarismo del XX secolo. Chiaramente, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è rotto e l’intero approccio delle Nazioni Unite alle questioni di guerra e pace non è più adatto allo scopo per cui sono state istituite. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia rappresenta un momento spartiacque nella storia mondiale che avrà un profondo impatto sul futuro delle relazioni internazionali. Se le Nazioni Unite vogliono sopravvivere come istituzione e rimanere rilevanti nei decenni a venire, devono essere pronte ad accogliere un radicale processo di riforma.
(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative sulla sicurezza
Aggiornato il 18 ottobre 2023 alle ore 10:43