“Dicono che il missile è nostro?”. È un capo operativo di Hamas che parla con un suo “collega” ignaro di essere sotto intercettazione da parte dell’esercito israeliano. “Nostro – risponde l’altro terrorista – sì, è stato sparato da dietro il cimitero che sta vicino all’ospedale da quelli della Jihad islamica...”. “E non potevano spararlo da un altro posto?” – risponde la prima voce – è la prima volta che un missile come questo fallisce il bersaglio...”.
L’intera conversazione è stata caricata su Instagram e si può ascoltare in arabo con sottotitoli in inglese a questo link.
L’audio è stata diffuso dalle Israel Defense Forces proprio alla vigilia dell’arrivo del presidente degli Stati Uniti Joe Biden in Israele. Sembra che Biden l’avesse già sentita ieri sera e probabilmente questa intercettazione eviterà problemi diplomatici tra Israele e gli Stati Uniti.
In compenso, ben difficilmente finirà la campagna di propaganda di Hamas e della componente jihadista della resistenza palestinese. Ora che anche loro possono esibire una strage di innocenti – come quella perpetrata a sangue freddo dai terroristi lo scorso 7 ottobre – la verità farà molta fatica a venire a galla e alla fine il risultato sarà che ciascuno secondo la propria ottusa ideologia e i propri pregiudizi crederà a ciò che sarà per lui più conveniente credere.
Ma la qualità della fonte rispetto alla intercettazione sembra essere ulteriormente comprovata dal fatto che ogni qual volta viene pronunciato un nome proprio di militante terroristico l’audio è coperto da un bip per ovvi motivi di segretezza nelle indagini che devono portare alla identificazione certa di tutti coloro che hanno partecipato agli attentati e alle stragi dello scorso 7 ottobre.
Per la cronaca, non è di certo la prima volta che un missile sparato da Gaza finisce per uccidere gli stessi abitanti della Striscia o per distruggere le loro abitazioni. Alcuni giorni fa – solo per fare un esempio – era stato diffuso un altro video che faceva vedere un altro razzo sparato da Hamas o chi per lui – forse la Jihad islamica – e che era atterrato a due metri dalla terza moschea più sacra alla religione islamica, quella di al Aqsa, a Gerusalemme.
Aggiornato il 19 ottobre 2023 alle ore 09:53