Vladimir Putin è volato nella notte a Pechino, per incontrare il suo omologo – e amico – Xi Jinping. La cornice del vertice sarà l’importante forum asiatico “Nuove vie della seta”, che vedrà riuniti i rappresentanti di circa 130 Paesi. Già lo scorso marzo, i due leader si sono visti a Mosca tra intese e strette di mano, per ribadire il loro impegno nel contrastare l’egemonia americana con una maggiore cooperazione economica e militare. Il Cremlino, che ha incassato le sanzioni occidentali per la sua “operazione speciale” contro l’Ucraina, ha bisogno di tutto ciò che la Cina potrà offrirgli, rafforzando i legami energetici, militari ed economici – già ottimi – con Pechino. E Xi Jinping sa bene che, a causa dello scenario internazionale, Putin si trova in “una posizione di dipendenza senza precedenti” soprattutto in termini economici. Lo ha ricordato Bjorn Alexander Duben, un esperto di relazioni internazionali presso l’Università di Jilin.
Inoltre, sul tavolo dei due capi di Stato occupa un posto importante la questione mediorientale. Russia e Cina hanno posizioni decisamente simili rispetto all’offensiva terroristica di Hamas e la risposta di Israele. Pechino, ad esempio, non ha condannato l’organizzazione palestinese, ma ha solo chiesto di proteggere la popolazione civile dalle manovre di guerra. Di fatto, Antony Blinken, il segretario di Stato degli Usa, ha chiesto al capo della diplomazia cinese, Wang Yi, di usare la sua “influenza” per cercare di calmare gli animi in Medio Oriente. Putin invece, non ha preso le parti né di Israele né di Hamas – senza mai nominare quest’ultimo – rivendicando il diritto alla sicurezza per Tel Aviv e il diritto a uno Stato per i palestinesi.
Ma il vero nodo della questione sono le ottime relazioni che sia Pechino che Mosca hanno coltivato con Teheran, che sostiene sia i terroristi di Hamas sia il gruppo sciita Hezbollah, con il quale Israele potrebbe aprire il “fronte nord” del conflitto. La Cina ha sponsorizzato – a marzo scorso – l’accordo e la ripresa delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Iran, e ora l’inviato cinese per il Medio Oriente, Zhai Jun, è atteso nel cuore del conflitto per proporre un cessate il fuoco.
Aggiornato il 07 novembre 2023 alle ore 18:33