Israele piange i suoi caduti di ogni età

Tra ieri pomeriggio e stamattina si contano già 800 vittime. Israele è sotto attacco. Soldati, poliziotti, soccorritori e tanti civili, sono morti sotto i razzi o in combattimento con i miliziani di Hamas. Emergono nomi, storie e foto che vanno ben oltre i gelidi numeri dei bilanci. Sui media dello Stato ebraico particolare impressione ha destato la storia di Hannah Ben-Artzi, la 69enne di Kfar Aviv che è stata dilaniata da un razzo mentre cercava di aprire un rifugio pubblico per i vicini che non sapevano dove ripararsi. I razzi hanno ammazzato anche dieci beduini arabi israeliani, tra cui sei bambini, il più piccolo dei quali, Yazan Zakaria Abu-Jama, aveva solo 5 anni e viveva nel villaggio di Arara. Secondo una lista parziale pubblicata e costantemente aggiornata da Haaretz, sono particolarmente numerosi i civili uccisi a Netiv HaAsara, tra cui Ofir Libstein, che era il rispettato presidente del Consiglio regionale di Sha’ar Hanegev. Lunga anche la lista dei militari dispiegati per contrastare le infiltrazioni dei miliziani lungo il confine con Gaza e morti sotto il fuoco di Hamas. Ieri era caduto “in uno scontro a fuoco con un terrorista” il colonnello Yonatan Steinberg, 42 anni, comandante della brigata Nahal dell’esercito.

Esercito fatto in larga parte da militari di leva, tutti attorno ai vent’anni, a giudicare dall’elenco pubblicato dal giornale. Tra i soldati uccisi anche un cittadino britannico, Nathanel Young, 20 anni anche lui, che per la famiglia “era pieno di vita, amava gli amici e noi ed era amato da tutti”, secondo quanto scrive la Bbc. Alto il prezzo di sangue pagato anche dalla polizia, tra le cui fila sono stati uccisi diversi alti ufficiali. È il caso del sovrintendente capo, comandante della stazione di Rahat, Ge-ar Davidov; o del sovrintendente capo Itzhak Bazuka-Shvili, che guidava la stazione di Segev Shalom. Sui social compaiono poi le foto di altre due vittime, il sergente Vitaly Karisik, 38 anni, di Ashkelon, e il collega sergente Alon Barad, 38 anni, di Beersheba, entrambi morti in combattimento a Re’im.

E tra gli israeliani uccisi a Re’im, su X circola anche la foto del cadavere del tenente colonnello Sahar Makhlouf del 481° battaglione di ricognizione, che secondo informazioni di fonte palestinese era uno di quelli incaricati di individuare gli obiettivi da colpire nella Striscia di Gaza. Caduti anche diversi agenti dello Shin Bet, il servizio di intelligence interna israeliano, uccisi in combattimenti attorno a Gaza. Yosef Tohar, 39 anni, di Bitzaron, che aveva quattro figli; Maor Shalom, 46 anni, di Arugot, padre di tre figli e Amit Vaks, 48 anni, di Netiv Ha’asara, anche lui tre figli. Due giovani agenti – Ilai Nachman, 23 anni, e Ido Edri, 24 – sono morti nella strage alla festa per Sukkot di Re’im. E poi ci sono gli stranieri presi nel conflitto. I due thailandesi uccisi e Rodolfo Fabián Skariszewski, 56 anni, di Córdoba, in Argentina, morto nel villaggio di Moshav Ohad, colpito mentre portava in giro il suo cane. O il connazionale Abi Kori, che viveva nel kibbutz di Korin.

Intanto, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha ordinato “l’assedio completo” della Striscia di Gaza. “Non ci sarà elettricità, né cibo, né benzina. Tutto è chiuso”, ha aggiunto Gallant dopo una consultazione di sicurezza al Comando Sud di Beersheba. “Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza”, ha detto, citato dai media. Hamas intanto ha fatto sapere che quattro prigionieri israeliani sono stati uccisi dai raid israeliani su Gaza nelle ultime ore. La tensione resta altissima. Le sirene di allarme sono risuonate nella zona centrale di Israele e anche a Gerusalemme per il lancio di razzi da Gaza, secondo i servizi di segnalazione locali che hanno aggiunto che si sono udite esplosioni in cielo dovute all’intercettamento dei razzi da parte dell’Iron Dome. Secondo il Washington Post, gli Usa si aspettano una vasta operazione via terra contro Hamas a Gaza nelle prossime 24-48 ore. Israele avrebbe infatti chiesto agli Usa missili per l’Iron Dome, bombe di piccolo diametro, munizioni per mitragliatrici e una maggiore cooperazione nella condivisione di informazioni di intelligence per rispondere al durissimo attacco di Hamas. Il nuovo bilancio conta 2.500 feriti, moltissimi gravi. Ci sarebbero poi 750 dispersi e almeno cento ostaggi nelle mani di Hamas. Tra loro americani e tedeschi. Sarebbero 260 i morti al rave dei giovani pacifisti nel deserto. I morti a Gaza per gli attacchi di Israele sono arrivati a 436 con 2.270 feriti.

In mattinata, il portavoce dell’esercito Daniel Hagari ha assicurato che Israele ha ripreso il controllo di tutte le cittadine sul confine di Gaza e le Forze di difesa israeliane, secondo i media locali, hanno reso noto che circa 80 terroristi sono stati trovati nel Paese durante la notte, mentre i combattimenti sono continuati in sei località lungo il confine con Gaza. Almeno 800 obiettivi di Hamas a Gaza sono stati colpiti dall’esercito. Ai residenti di Sderot, cittadina a ridosso della Striscia, è stato ordinato di nuovo di barricarsi in casa e di non aprire a nessuno. Il portavoce militare israeliano poco prima ha detto che continuano le infiltrazioni in territorio israeliano dei miliziani da Gaza. I media segnalano sparatorie fra soldati e miliziani e, secondo le stesse informazioni, sarebbero stati “uccisi 4 terroristi”. E mentre Teheran nega ogni coinvolgimento negli attacchi, la Xinhua, citando una fonte del Movimento di resistenza islamica sostiene che “con il sostegno degli Stati Uniti, il Qatar sta cercando di raggiungere l’accordo urgente che porterebbe al rilascio delle donne israeliane catturate da Hamas in cambio di donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane”.

“Noi appoggiamo orgogliosamente e incrollabilmente la Palestina, tuttavia non siamo coinvolti nella risposta palestinese (l’attacco a Israele, ndr), che è stata condotta solo dai palestinesi”. È quanto ha dichiarato, in una nota, la missione dell’Iran presso le Nazioni Unite, riferendosi agli attacchi di Hamas contro lo Stato ebraico. “L’azione della Resistenza palestinese è stata una difesa pienamente legittima contro i crimini e le usurpazione dell’illegittimo regime sionista”, si legge ancora nel comunicato della missione di Teheran. Israele ha ripreso il controllo di tutte le cittadine sul confine di Gaza. Lo ha detto il portavoce dell’esercito Daniel Hagari, aggiungendo che gli scontri tra soldati e miliziani di Hamas delle ultime ore sono stati “isolati”. Hagari ha poi spiegato che sono stati uccisi 3 miliziani nell’area di Shaar Hanegev, uno nel villaggio di Beeri, 5 in quelli di Holit e Sufa e 4 ad Alumim per un totale di 13. “Al momento – ha sottolineato – non ci sono combattimenti in corso ma è possibile ci siano terroristi nell’area”. Inoltre le brecce nella barriera difensiva saranno messe in sicurezza con i carri armati.

Più di 123mila persone sono state sfollate nella Striscia di Gaza, segnala l’ufficio Affari umanitari delle Nazioni Unite. “Oltre 123.538 persone sono state sfollate all’interno di Gaza, principalmente a causa della paura, dei problemi di protezione e della distruzione delle loro case”, ha segnalato l’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, Ocha, con oltre 73mila rifugiati nelle scuole. Il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib ha affermato nelle ultime ore di aver ricevuto la garanzia dai vertici di Hezbollah che il partito armato filo-iraniano non interverrà nel conflitto in corso tra Hamas e Israele, se non sarà attaccato dagli israeliani. Citato dall’agenzia libanese al Markaziya, il ministro degli Esteri libanese ha detto: “Hezbollah ci ha promesso che non intende intervenire nella guerra a Gaza a meno che Israele non commetta un’aggressione” (nei confronti del Libano).

“Di gran lunga la peggiore giornata nella storia di Israele”. Così un portavoce delle Forze di difesa di Israele (Idf) su X definisce intanto sabato scorso, il giorno dell’attacco di Hamas allo Stato ebraico, secondo cui il blitz è paragonabile a Pearl Horbor o all’11 settembre: “I combattimenti sono ancora in corso nel Sud di Israele, terroristi sono ancora nel Paese, sono entrati circa mille palestinesi assetati di sangue, sono andati casa per casa, edificio per edificio per massacrare civili e militari israeliani. Sfortunatamente la cifra astronomica di 700 israeliani uccisi è destinata a non restare tale. Mai nella storia di Israele ci sono state tante vittime per un solo attacco”.

“Dobbiamo entrare a Gaza”. Lo ha detto – secondo quanto riporta Axios citando fonti israeliane e americane – il premier Benjamin Netanyahu a Joe Biden nel corso del colloquio telefonico di domenica. “Dobbiamo andare dentro. Non possiamo trattare ora”, avrebbe detto Netanyahu a Biden che gli chiedeva degli ostaggi. Il presidente americano non avrebbe cercato di convincerlo a non procedere e gli avrebbe chiesto del possibile secondo fronte al confine fra Israele e Libano. Netanyahu gli ha risposto che il fronte libanese è motivo di preoccupazione e Israele si sta preparando, ma non c’è altra scelta che rispondere con forza a Gaza.

Articolo in aggiornamento…

Aggiornato il 10 ottobre 2023 alle ore 11:57