Sudan: il nuovo fronte tra Russia e Ucraina

L’Africa è in una profonda trasformazione politica. Dopo essere stata immersa in un lungo processo post-coloniale che negli ultimi cinquant’anni ha ridisegnato molti equilibri politici, costellati soprattutto da colpi di Stato e graduali autonomie dei suoi ex colonizzatori, Francia in testa, ora molti Stati africani sostituiscono con nuovi partner le ataviche alleanze in un’ottica geopolitica con articolate sfaccettature. Così la crescente influenza russa, rappresentata palesemente sul campo dalla massiccia presenza dei mercenari Wagner, che stanno scalzando soprattutto nell’area saheliana le tradizionali cooperazioni internazionali come Barkhane e Takuba, deve fare i conti con una inaspettata presenza ucraina in quegli Stati dove i tentacoli di Mosca abbracciano la politica, la vendita di armi e molti aspetti del commercio strategico o meno.

Il caso emerso in questi giorni ha un valore geopolitico rilevante, perché è legato alla guerra in Ucraina. Infatti, sabato 23 settembre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è incontrato all’aeroporto di Shannon, in Irlanda, con il presidente del Consiglio di transizione del Sudan, Abdel Fattah al-Bourhan. Ricordo che il Sudan è flagellato da metà aprile di questo anno da una guerra civile che vede contrapposto l’esercito regolare guidato dal generale al-Bourhan e le Forze di supporto rapido (Rsf) comandate dal generale “Hemetti”, al secolo Mohamed Hamdan Dagalo. Qui si sta celebrando un consuetudinario scontro per il controllo del potere che sta causando migliaia di morti civili, ma che definisce anche una presa di posizione a livello alleanze internazionali. Dopotutto, è noto che le Forze di supporto rapido sono appoggiate dai Wagner, quindi dalla Russia. Però l’incontro “irlandese” di Zelensky con al-Bourhan ha portato, oltre che una netta posizione di Kiev a favore del Governo di transizione sudanese, anche ad accordi sulla fornitura di armi da usare contro le Rsf, appoggiate appunto dai russi, e all’impiego sul campo sudanese delle forze speciali ucraine.

I droni tattici utilizzati adesso da al-Bourhan sono a dimostrazione del coinvolgimento di Kiev nella guerra civile. L’Afp, Agence France-Press, ha rivelato che le milizie ucraine in Sudan stanno combattendo contro i mercenari del Gruppo Wagner. Gli ucraini hanno segnalato la loro presenza in Sudan con una serie di attacchi di droni Fpv, strumenti assemblati in Ucraina con componenti prodotti anche all’estero. Questi droni pilotati tramite telecamera di bordo sono stati utilizzati ad agosto e a settembre contro la Rapid Support Force del generale “Hemetti”, supportato dai mercenari russi.

Molti filmati e immagini partiti dai social network sudanesi hanno mostrato droni kamikaze che piombano sui pick-up in alcuni quartieri periferici di Khartoum; in alcune di queste immagini si vedono caratteri dell’alfabeto ucraino impresse sul drone Fpv. Un fatto che ha sorpreso non solo i sudanesi, in quanto si sta riproducendo in questo Paese lo scontro in atto in Ucraina. L’utilizzo di questi droni, e il suo modus operandi, si era conclamato circa un anno fa sul fronte ucraino, ma mai si era verificato nel Continente africano. Kiev ha smentito, finora, il coinvolgimento sia dei droni che delle sue forze speciali, i Gur – intelligence militare ucraina – nella guerra civile sudanese, ma la non casualità dell’incontro in una sala dell’aeroporto irlandese tra Zelensky e al-Bourhan e l’utilizzo di tali armi nel conflitto in Sudan possono essere considerate delle coincidenze da analizzare. Inoltre, le forze Gur, molto apprezzate dal generale al-Bourhan, hanno effettuato con notevole successo una complessa evacuazione di civili stranieri via terra verso l’Egitto.

I due presidenti, uno di religione ebraica e l’altro musulmano, erano accompagnati dal neo-ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, un musulmano tartaro di Crimea, notoriamente accreditato negli ambiti islamici più influenti. Insomma, un uomo che colloquia con i musulmani sudanesi con estrema concretezza. In realtà, la scelta di campo ucraina in Sudan, come dichiarato anche da Evgueni Dikiy, fondatore del 24° battaglione d’assalto “Aidar”, forze di terra ucraine, assume la fisionomia di una branca della controffensiva di Kiev in atto sul fronte ucraino. Come era prevedibile, in Africa gli ucraini stanno avviando una lotta contro il controllo russo, non solo nel Sudan, ma anche nell’area del Sahel occidentale dove il fascino di Mosca sta radicandosi anche nei gangli più profondi dei governi dell’area. Il grande sforzo occidentale nel fornire armi a Kiev – adesso – dovrà estendersi pure per sostenere “l’operazione africana” di Zelensky, dove la Francia magari utilizzerà gli ucraini per saldare qualche debito con i governi “infedeli” dell’area subsahariana.

Aggiornato il 07 ottobre 2023 alle ore 14:14