Ebrahim Raisi ha vinto le Presidenziali iraniane, in un voto pilotato e deragliato dal suo corso naturale, come attivista che ha perso tutto negli ultimi anni per le mie idee, non accetto il suo Governo, perché è uno dei più gravi violatori dei diritti umani in Iran”. Così in un’intervista all’Agi del 2021 diceva Narges Mohammadi, l’attivista iraniana di 51 anni a cui è stato assegnato il Premio Nobel per la pace 2023. Una storia, la sua, di lotta e di resistenza. Vicepresidente del Centro per la difesa dei diritti umani, imprigionata dalle autorità iraniane dal 2016. Il Comitato per il Nobel ha fatto sapere che “la coraggiosa lotta di Narges Mohammadi ha comportato enormi costi personali. Il regime iraniano l’ha arrestata 13 volte, condannata cinque volte e condannata a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate”. Mohammadi, al momento, è detenuta nel carcere di Evin. C’è una “democrazia in declino”, come ha sottolineato Berit Reiss-Andersen, presidente del Comitato per il Nobel. Il riconoscimento a Narges Mohammadi, allo stesso tempo, ha rappresentato anche un segnale rivolto al Governo iraniano, affinché “ascolti il proprio popolo”. “Un momento storico per la lotta per la libertà in Iran”. Sono state queste le parole della famiglia di Narges Mohammadi, mentre l’Onu ha detto: “La vittoria del Nobel evidenzia il coraggio delle donne iraniane”. Hamidreza, fratello dell’attivista iraniana, ha dichiarato all’emittente norvegese Nrk: “La gioia è grande. Sono così felice per Narges”. Poi, come riportato dal Guardian, ha fatto sapere che non sa se la sorella riceverà subito la notizia, ma forse “qualcuno glielo dirà in prigione”. E ancora: “È difficile dire che possa essere rilasciata, sotto questo regime”. Tantissimi i commenti che si sono susseguiti appena è stato reso noto il nome del vincitore del Premio Nobel. “La voce impavida di Mohammadi non può essere rinchiusa, il futuro dell’Iran sono le sue donne”, ha scritto su X Annalena Baerbock, titolare del Dicastero degli Esteri tedesco. Giorgia Meloni, premier del nostro Paese, ha aggiunto: “Il suo impegno ispira le donne del mondo a difendere la loro libertà e i loro diritti. L’Italia sarà sempre al fianco delle donne per il rispetto dei diritti fondamentali e della libertà”.

Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha proseguito: “Il Nobel per la pace assegnato all’attivista iraniana Narges Mohammadi rappresenta un faro di luce che illumina il buio delle violenze, della discriminazione, dell’oppressione da parte del regime iraniano nei confronti delle donne, crudeltà per troppo tempo condannate, ma mai davvero combattute dalla comunità internazionale. Qualche mese fa, Narges Mohammadi scriveva dal carcere le donne coraggiose, resilienti e piene di speranza dell’Iran vinceranno. Vittoria significa instaurare la democrazia, la pace e i diritti umani e porre fine alla tirannia. Per farlo, per lottare, denunciare e mostrare al mondo le gravissime violazioni dei diritti umani da parte del regime iraniano, sta pagando un prezzo altissimo. Il Nobel è un importante riconoscimento del coraggio e del sacrificio della Mohammadi, ma dovrà essere stimolo per tutti noi a fare molto di più, per essere concretamente al fianco degli iraniani liberi nella loro grande battaglia per riportare nel loro Paese la pace e il rispetto dei diritti umani”.

“Sono molto contenta che per la seconda volta il premio Nobel per la Pace sia arrivato in Iran. Narghes Mohammadi è in carcere da anni per le sue attività in sostegno dei diritti umani. Spero che il regime si renda conto che tutto il mondo ha gli occhi puntati sulle donne iraniane. Spero che cambi l’approccio nei confronti del popolo, in particolare nei confronti delle donne, mi auguro che il regime torni a ragionare in tempi brevi. Chi comanda in Iran deve capire che esistono i diritti umani, e che tutto il mondo tiene sotto osservazione chi governa calpestando i diritti umani”. Così, al Giornale Radio Rai su Rai Radio1, Shirin Ebadi, giurista iraniana in esilio, prima donna musulmana a ricevere il premio Nobel per la Pace nel 2003 per il suo impegno a favore delle donne. “Congratulazioni a Narges Mohammadi. Si è battuta contro l’oppressione delle donne in Iran, per difendere i diritti umani e le libertà di tutti. A lei va la nostra ammirazione per il coraggio e la forza che, nonostante il carcere, ancora oggi dimostra”. È stato questo il pensiero del ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Aggiornato il 06 ottobre 2023 alle ore 16:18