Come il drone Lancet mette in luce le falle nelle sanzioni antirusse

I componenti occidentali entrano senza problemi nelle fabbriche militari russe e questa non è più una novità. La Russia ha nel proprio arsenale ancora molte armi potenti che creano problemi alle Forze armate ucraine. Uno di questi è il drone Lancet. È invisibile ai radar, il suo motore elettrico non emette suoni forti e la massa dell’unità da combattimento è spesso sufficiente per danneggiare anche attrezzature pesanti.

Durante l’anno e mezzo di guerra, i russi hanno utilizzato circa 850 droni Lancet. Non tutti hanno raggiunto i loro obiettivi, ma l’esercito ucraino spesso definisce questi droni uno dei principali problemi al fronte. A luglio si stimava che alla Russia fossero rimasti solo 50 Lancet, ma questi droni non stanno affatto finendo. Decine di Uav (Unmanned aerial vehicle) kamikaze volano ancora, perché i russi continuano a produrli.

I Lancet sono pieni di elettronica complessa, che non viene prodotta nella Federazione Russa. Tuttavia, i componenti occidentali arrivano senza problemi alle fabbriche militari dell’aggressore. I flussi sono così grandi che la Russia non solo può mantenere il vecchio ritmo di produzione di droni, ma anche aumentarlo. Anche se sembra che siano state adottate sanzioni efficaci in ambito tecnologico, in realtà vi sono ancora molte lacune evidenti nel sistema sanzionatorio.

UTENSILI OCCIDENTALI, MACCHINE ASIATICHE

Il mondo ha iniziato a parlare di Lancet a luglio, dopo la messa in onda – su uno dei canali televisivi russi – di un servizio dedicato a questi droni. In esso, è stata mostrata ai telespettatori una vivida immagine di propaganda: nell’area dell’ex centro commerciale, lasciato dai marchi occidentali, è stata avviata la produzione di questi droni kamikaze. Il servizio specificava che i russi avevano aumentato la produzione dell’Uav Lancet di 50 volte rispetto al 2022. Questo numero in realtà non significa nulla, perché i propagandisti del Cremlino di solito sovrastimano i dati sulla produzione. Inoltre, non ha senso fare un paragone con il 2022, perché allora si parlava di piccoli volumi di produzione. Tuttavia il video, che mostra una stanza con dozzine di Lancet, solleva una domanda logica sull’efficacia delle sanzioni tecnologiche contro la Federazione Russa. Come mai? È presto spiegato. Questi droni sono prodotti dalla società russa Zala Aero, che fa parte del gruppo Kalashnikov. Né il produttore di Lancet, né il suo proprietario Oleksandr Zakharov, la cui famiglia ha un appartamento a Londra, sono caduti sotto le sanzioni occidentali.

Alle aziende russe è vietato importare componenti per la produzione di droni, ma questo divieto evidentemente non funziona. Molte componenti occidentali si trovano ancora nei Lancet e negli stabilimenti di Zala, così come molte attrezzature provenienti da Paesi asiatici. Nel servizio televisivo dei propagandisti russi sono entrate nell’inquadratura diverse macchine provenienti dal Giappone e dalla Corea del Sud. Tra questi c’è una macchina robotizzata della Fanuc, una fresatrice e foratrice della Doosan e una macchina per la lavorazione verticale della Hyundai Wia.

In un rapporto sulla produzione russa di Lancet, redatto dai servizi speciali e dagli istituti di ricerca ucraini, si menzionano anche attrezzature della società svizzera Essemtec, della giapponese Jsw e della cinese Jiangsu Yawei Machine. La maggior parte delle attrezzature è entrata nella Federazione Russa dopo il 24 febbraio 2022. Recentemente si è saputo che il motore Axi 5330/18 installato sul drone è prodotto dalla Model Motors. Questa azienda della Cechia produce motori elettrici per aerei sportivi, elicotteri e navi. In merito a questa notizia, però, l’azienda ha affermato che non produce questi motori da un anno e che evidentemente sono potuti arrivare ai russi solo attraverso Paesi terzi.

Oltre al motore, nei droni Lancet russi sono stati trovati componenti elettronici provenienti da Cina, Taiwan, Stati Uniti, Svizzera e Corea del Sud. Per citare solo due tra i più conosciuti, abbiamo i microprocessori americani Xilinx, necessari per elaborare le immagini e i moduli Nvidia per “catturare” i target. La navigazione si basa sul sistema russo Glonass, ma per stabilire la comunicazione con i satelliti sono necessari i microchip svizzeri dell’U-blox.

Un altro dei componenti importanti nella produzione di qualsiasi Uav sono i circuiti stampati, la cui produzione richiede materiali come fotoresist e textolite in fibra di vetro, nonché le relative apparecchiature. Nonostante le sanzioni, tutti questi componenti continuano a entrare in Russia da numerosi Paesi occidentali e asiatici. Dopotutto, all’interno di questi droni si può trovare molta elettronica civile. Ad esempio, i microcircuiti più economici utilizzati nei giocattoli per bambini o le batterie per vaporizzatori Samsung.

COME I COMPONENTI ARRIVANO IN RUSSIA

Con i beni civili tutto è chiaro: non sono controllati. Ma come arrivano in Russia i beni dual use e i componenti sanzionati? In Cechia, Model Motors osserva che i suoi motori non erano inclusi nell’elenco dei beni a duplice uso, pertanto la loro esportazione non era regolamentata così come invece accade per i componenti delle armi. I motori dell’azienda sono soggetti a sanzioni Ue dal dicembre 2022. Secondo il rapporto dei servizi speciali ucraini, la società russa Legion Komplet ha importato motori per Lancet anche dopo l’introduzione delle restrizioni, sebbene a un prezzo di tre volte maggiore rispetto al passato, attraverso un intermediario tedesco.

CHI AIUTA LA FEDERAZIONE RUSSA A COSTRUIRE I MISSILI?

La Russia e i suoi partner spesso devono violare i controlli sulle esportazioni per ottenere avionica e microcircuiti complessi. Ma se il componente è diffuso nel mondo, allora viene acquistato tramite intermediari. Come ciò sia possibile è facilmente spiegabile. Un certo numero di fornitori privati è collegato alla difesa russa e alle imprese militari. Nessuno conosce i loro nomi, quindi sono fuori dal campo delle sanzioni. I manager di queste aziende fornitrici possono creare società nei Paesi vicini e ordinare componenti dai distributori cinesi a nome di queste persone giuridiche. Le aziende cinesi possono, per esempio, acquistare da aziende turche e le aziende turche possono acquistare da aziende dell’Unione europea. Possono esserci dozzine di anelli intermedi in questa catena. Dopotutto, il prodotto finisce in Russia e i produttori non capiscono come sia arrivato lì. È così che i servizi speciali ucraini hanno descritto lo schema tipico di come i microcircuiti della americana Texas Instruments e della taiwanese Xilinx finiscono in Russia. Anche i macchinari asiatici ed europei entrano in Russia attraverso intermediari per aggirare le sanzioni.

COME FERMARE QUESTO CIRCOLO VIZIOSO?

Il modo più ovvio è rafforzare le sanzioni contro le società intermediarie nei Paesi neutrali. Il problema è che le società intermediarie russe e straniere vengono raramente sanzionate. Secondo il rapporto, delle undici aziende della Federazione Russa che producono e importano attrezzature e componenti per Lancet, sono state introdotte sanzioni solo contro una.

(*) Docente universitario di Diritto Internazionale e Normative per la Sicurezza

Aggiornato il 14 settembre 2023 alle ore 18:59