Tra un mese la Polonia è chiamata alle urne

“Il futuro della Polonia ci riguarda” aveva scritto sui social lo scorso 8 agosto il presidente Andrzej Duda, annunciando l’appuntamento alle urne per il rinnovo del Parlamento polacco, il 15 ottobre. Il capo di Stato ha oggettivamente ragione, perché a poco più di un mese dalle consultazioni il mondo si è accorto che la Polonia è diventato uno dei Paesi più importanti, strategicamente, della politica europea e non. L’ex satellite sovietico è uno dei più grandi alleati di Washington – per quanto riguarda la guerra in Ucraina – e, per via del suo G non del tutto in linea con le politiche dell’Unione europea, Varsavia è entrata nella lista degli “osservati speciali” di Bruxelles. Una terza eventuale riconferma del Governo conservatore di Diritto e giustizia (Pis), oltre ad essere un record per il premier Mateusz Morawiecki, darebbe nuovo vigore al braccio di ferro con l’Ue, anche in vista delle Elezioni europee del 2024, tenendo conto della risulta delle consultazioni spagnole.

I sondaggi stanno dando una buona tenuta del partito al Governo, il Pis, con oltre il 35 per cento dei consensi. Subito dopo, con circa il 30 per cento delle preferenze, si è assestato il partito liberale di centro destra Coalizione civica (Ko) di Donald Tusk, l’ex premier già presidente del Consiglio europeo. Ma questo mese, i due partiti polacchi più “forti” hanno subito delle lievi flessioni di consenso, a scapito della Confederazione (Konf), la compagine di estrema destra che ha più che raddoppiato i suoi seguaci dal 2019, toccando quasi il 14 per cento delle preferenze. L’unico partito di centro-sinistra del Paese che ha dei solidi consensi, ovvero Lewica, è calato anch’esso nei sondaggi e ora – secondo il portale wPolityce.pl – si sarebbe assestato intorno al 7 per cento.

Per le prossime Parlamentari è prevista un’affluenza importante di cittadini, anche perché i polacchi dovranno votare per quattro referendum proposti dal Pis. I quattro quesiti sono punti cruciali del programma del partito al Governo: la “svendita” agli stranieri di settori strategici dell’economia, l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni per uomini e donne, la rimozione della barriera alla frontiera fra Polonia e Bielorussia e sul meccanismo europeo di ricollocamento dei clandestini.

Aggiornato il 14 settembre 2023 alle ore 09:39