Morti e sfollati, il “Vajont libico”

Spazzati via. Si temono 20mila morti solo a Derna. Almeno 30mila sono gli sfollati. Stime che disegnano un quadro drammatico. Parliamo della Libia e del disastro registrato dopo il passaggio della tempesta Daniel. Due dighe costruite tra il 1970 al 1973 dall’ex Jugoslavia non reggono. Il primo sbarramento, quello di Mansour, è alto 45 metri e largo 130: contiene quasi un milione e mezzo di metri cubi d’acqua. Dista 12 chilometri da Derna. La seconda diga è alta 75 metri e larga 300, porta in dote 18 milioni di metri cubi d’acqua. È una ecatombe.

I morti giacciono in mare come nelle valli. Ci sono le famiglie bloccate nelle loro case ma anche le vittime sotto le macerie. Oltre 700 corpi sono accatastati nel cimitero: attendono di essere identificati. Le Nazioni Unite hanno rifornimenti di emergenza limitati in Libia: lo riferisce il rappresentante dell’Unicef nel Paese, Michele Servadei, ad Al Jazeera. Servadei rende noto che l’agenzia dell’Onu si sta concentrando ora sulla fornitura di medicinali, sulla creazione di un supporto psicologico e sulla registrazione delle famiglie per mappare i bambini non accompagnati.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, come riportato in una nota del portavoce, si dice “profondamente rattristato dal grave impatto della tempesta Daniel e dalle successive inondazioni che hanno colpito le parti orientali della Libia, che ha causato migliaia di vittime, migliaia di persone disperse, case distrutte e infrastrutture critiche danneggiate. Le Nazioni Unite stanno lavorando con partner locali, nazionali e internazionali per fornire l'assistenza umanitaria urgentemente necessaria alle popolazioni delle aree colpite”.

Intanto, una squadra della Protezione civile tunisina parte alla volta della Libia, per aiutare le autorità del Paese nelle operazioni di ricerca e salvataggio. Il team è formato da 52 membri di un’unità specializzata, 4 cani da ricerca, una équipe di 3 medici, una squadra di subacquei e una di estrazione dell’acqua dotata di pompe ad alta capacità. Per poter individuare le vittime travolte dalle acque, saranno utilizzati anche dispositivi di monitoraggio termico e un drone. Un ospedale da campo annesso alla Protezione civile offrirà il proprio supporto alle operazioni di soccorso e aiuterà i feriti.

Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, durante una conversazione telefonica con il maresciallo Khalifa Haftar esprime sia le personali condoglianze che la solidarietà del Governo italiano per quanto avvenuto nella regione orientale della Libia, soprattutto nella città di Derna. Meloni, inoltre, assicura la disponibilità nel portare avanti le attività di aiuto e soccorso.

Partiranno dall’aeroporto militare di Pisa due C-130J dell’Aeronautica militare per tre viaggi che ospiteranno il trasporto di personale dei Vigili del fuoco ed esperti di rischio acquatico, con le opportune attrezzature di supporto e materiale logistico di prima necessità. Già partita la nave San Giorgio della Marina militare: nelle prossime 24 ore giungerà a Derna, per assicurare le funzioni logistiche, di comando, controllo e supporto sanitario. In corso di valutazione anche limpiego della nave San Marco della Marina militare.

Joe Biden, presidente degli Usa, annuncia che gli Stati Uniti “stanno inviando fondi di emergenza alle organizzazioni umanitarie e si stanno coordinando con le autorità libiche e le Nazioni Unite per fornire ulteriore supporto”. È pronta a “fornire la necessaria assistenza” pure la Russia di Vladimir Putin. L’Unione europea, come indicato dal presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, è “pronta ad aiutare le persone colpite da questa calamità”. L’Onu, da par sua, sta mobilitando le squadre di emergenza. La Francia opta per l’invio di un ospedale da campo della protezione civile.

Aggiornato il 13 settembre 2023 alle ore 16:27