Il marito del primo ministro estone, Kaja Kallas, ha partecipazioni in due società: una di trasporti e logistica, l’altra di stoccaggio. Mentre Kaja Kallas esorta il mondo intero a rompere i legami economici con la Russia e critica aspramente le aziende estoni che fanno affari con aziende russe, suo marito, Arvo Hallik, continua a spedire merci nella Federazione Russa. Le informazioni al riguardo, apparse sulla stampa estone, hanno causato uno scandalo che potrebbe avere gravi conseguenze politiche.
A quanto pare, la stessa Kaja Kallas avrebbe investito il proprio denaro negli affari del marito. Secondo la sua dichiarazione di interessi economici dello scorso anno, cioè dopo l’inizio dell’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina, il primo ministro Kallas ha investito 350mila euro nella holding di suo marito, Novaria Consult, attraverso la quale possiede il 24,8 per cento delle azioni di Stark Logistics As e il 30 per cento di Stark Warehousing Oü.
Recentemente, l’emittente pubblica estone Err ha mandato in onda un servizio sulle aziende di trasporto estoni che operano in Russia. Una di queste è la Stark Logistics, specializzata da decenni nel trasporto stradale nella Federazione Russa. Fino alla settimana scorsa, il suo sito web riportava persino un manager per la Russia. Quando è scoppiato lo scandalo, Kristjan Kraag, amministratore delegato di Stark Logistics, ha detto ai giornalisti che i volumi delle merci destinate alla Russia sono diminuiti in modo significativo e che la società ha dovuto riorientarsi verso i Paesi baltici, la Scandinavia e la Polonia. Kristjan Kraag ha specificato, inoltre, che i trasporti effettuati verso la Russia “sono tutti legati ad un unico cliente, l’azienda estone As Metaprint (…) Questa azienda sta chiudendo le sue attività in Russia, non ha nuovi contratti, e sta adempiendo a quelli in scadenza. Producono imballaggi, una parte significativa dei quali viene lavorata in Estonia e i consumatori finali sono società internazionali”.
Secondo Kraag si tratterebbe, quindi, dello smaltimento dei residui di magazzino di merci non sanzionate. Poi ha precisato che, lavorando con questo cliente, l’azienda ha stabilito come regola di non acquistare alcun servizio in Russia e di rifornire i camion solo in Estonia. Il direttore generale ha sottolineato che i trasporti in direzione della Russia sono storicamente legati alle imprese di servizi situate in Estonia, i cui beneficiari non sono cittadini russi e non portano denaro in Russia. Kraag ha successivamente dichiarato che la sua azienda avrebbe interrotto le spedizioni tra l’Estonia e la Russia a settembre, una volta che l’azienda Metaprint avesse chiuso le sue attività in Russia. “Qualcuno doveva fare questo triste lavoro”, ha osservato filosoficamente. Secondo i rapporti, le vendite di Stark Logistics in Russia nel 2020 e nel 2021 ammontano a 572mila euro. Nel 2022, la società ha venduto beni nel Regno Unito per lo stesso importo.
Cerchiamo di sapere di più sul cliente con ordini russi di cui parla Kraag. Abbiamo la Metaprint. È una delle più antiche aziende estoni con proprietari estoni e, al momento, risulta essere uno dei maggiori produttori di bombolette aerosol in acciaio in Europa. Possiede fabbriche sia in Estonia, a Tallinn e Pärnu, sia all’estero, nei Paesi Bassi e in Russia.
Questa vicenda ha destato scalpore in Estonia perché, nel dicembre 2022, Kaja Kallas ha vietato alla società statale di logistica ferroviaria Operail di trasportare nichel russo in Finlandia, nonostante il nichel non sia una merce sanzionata.
“(Il Governo) ha dato chiare istruzioni vietando a Operail o a qualsiasi altra azienda statale estone di fare affari con la Russia”, disse allora il primo ministro estone, aggiungendo che “legalmente (Operail) non trasporta merci russe, ma agisce nell’interesse dei suoi clienti, tra i quali non ci sono (aziende) né russe né bielorusse. Tuttavia, capiamo tutti che questo dovrebbe apparire chiaro e comprensibile ed è esattamente ciò che abbiamo fatto oggi con questa decisione del Governo: qualsiasi attività che possa in qualche modo essere collegata agli affari bielorussi o russi deve essere fermata”. Per effetto di tale decisione, Operail è stata costretta a cessare gli affari con Russia e Bielorussia.
Quando è iniziata a circolare la notizia di un’indagine su suo marito, il capo del Governo ha risposto con il seguente post su Facebook: “La radiodiffusione pubblica estone (Err) ha pubblicato oggi la notizia che una società associata a mio marito opera in Russia. Voglio sottolinearlo, mio marito non ha clienti commerciali della Federazione Russa. Rimango dell’opinione che tutti gli scambi e gli affari con la Russia dovrebbero cessare mentre continua la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. Mio marito ha una partecipazione in una società di logistica. Ha spiegato che questa azienda sta aiutando a concludere le (ultime) attività produttive di uno dei suoi clienti estoni in Russia in conformità con le leggi e le sanzioni imposte contro la Russia. Eventuali ulteriori domande devono essere rivolte a questa società”.
Kallas, in seguito, ha specificato: “Non sono impegnata in questa attività commerciale. Probabilmente non avete idea di quanto sia impegnativo il lavoro del primo ministro… Ciò di cui sono abbastanza sicura è che non c’è alcuna attività immorale nell'impresa di mio marito”.
L’argomentazione secondo cui la Stark Logistics si limiterebbe ad aiutare il cliente nella coda finale dei contratti in essere verso la Russia, tuttavia, non regge a un esame accurato. La controllata russa di Metaprint, attraverso la russa Llc Lemart e l’offshore cipriota Memeflin Consultants, è una entità giuridica russa operativa con un fatturato di 1,7 miliardi di rubli nel 2022, con 40 dipendenti e nessun debito fiscale. Non solo, le aziende sono più strettamente collegate di quanto si dica.
Eesti Päevaleht ha scoperto che durante la guerra la Stark Logistics ha guadagnato 1,5 milioni di euro dalle consegne russe di Metaprint. Dall’inizio della guerra in Ucraina il fatturato di Metaprint in Russia ammonta a quasi 30 milioni di euro. Si tratta essenzialmente di lamiere non legate e di prodotti in metalli ferrosi. Quasi sempre il destinatario è stata la società Aeroprom di San Pietroburgo (dalla Russia all’Estonia i prodotti Metaprint non arrivano più dal maggio dello scorso anno).
Nel rapporto dell'anno scorso, Aeroprom Llc ha ammesso l’intenzione di non ridurre, ma di espandere le proprie attività, e il suo fatturato nell’ultimo anno è cresciuto, ammontando a oltre 20 milioni di euro. La società ha pagato più di 200mila euro di tasse al tesoro russo. Lo stabilimento è di proprietà di una società registrata in Estonia, Oü Pottala, il cui proprietario è Emeri Lepp, direttore finanziario di Metaprint, tra l’altro. Interessante notare che nei rapporti estoni lo stabilimento russo viene definito una micro-impresa che non svolge attività economiche.
In seguito allo scandalo, Arvo Hallik ha annunciato che intende disfarsi di tutte le azioni della Stark Logistics e dimettersi dal Consiglio di amministrazione dell’azienda e dalla sua posizione di direttore finanziario. Tuttavia, risulta ancora associato alla seconda società dell’azienda, la Stark Warehousing Oü.
(*) Docente universitario di Diritto Internazionale e Normative sulla Sicurezza
Aggiornato il 31 agosto 2023 alle ore 09:31