Golpe in Niger: la risposta dell’Ecowas e dell’Europa

Da quando i golpisti in Niger hanno destituito il presidente Mohamed Bazoum con un colpo di Stato il 26 luglio scorso, la ferma condanna dell’Occidente non ha tardato ad arrivare. Inoltre, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) ha dato un ultimatum di una settimana ai golpisti in Niger per arrendersi e ripristinare l’ordine costituzionale e il governo civile. Secondo l’Assemblea africana, l’uso della forza non sarà escluso, qualora non venisse rispettato l’ultimatum. L’hanno deciso i leader uniti dell’Ecowas riuniti ad Abuja, in Nigeria. L’organizzazione ha anche approvato un pacchetto di sanzioni economiche “immediate” per i golpisti: il divieto di viaggio e il congelamento dei beni dei responsabili del coup d’Etat a Niamey.

Nel frattempo, l’ombra del gruppo mercenario Wagner potrebbe espandersi sopra il continente africano. Il nuovo uomo forte del Niger, il generale Abdourahamane Tchiani, ha già richiesto e ottenuto il supporto di Evgeny Prigozhin che, in un’intervista riportata dalla Reuters, ha confermato che il suo gruppo di mercenari sarebbe pronto a rafforzare la presenza nel continente. l’Unione europea intanto ha dichiarato di supportare a pieno le decisioni prese durante la riunione dell’Ecowas. L’Ue “sosterrà rapidamente e con determinazione” i paletti imposti dalla Comunità, ha aggiunto il capo della diplomazia Josep Borrell. “È importante che la volontà popolare espressa attraverso le elezioni – ha aggiunto l’Alto rappresentante – venga rispettata”. Di tutta risposta, i golpisti hanno vietato le esportazioni di uranio – di cui il Niger è il maggiore produttore mondiale – e oro alla Francia, dopo le manifestazioni davanti all’ambasciata transalpina. Il Ministero degli Esteri francese ha confermato che i connazionali a Niamey (la cifra si aggira tra le 500-600 persone) “sono stati tutti contattati. A monte vengono prese misure precauzionali come sempre in questo tipo di situazione. Queste saranno rafforzate se necessario, ma non c’è alcuna decisione di evacuazione al momento”, ha commentato la ministra degli Esteri Catherine Colonna.

Infine, anche Antonio Tajani, il titolare della Farnesina, ha preso parola sulla situazione degli italiani bloccati in Niger, che sarebbero poco meno di 100. “La nostra ambasciata – ha affermato il ministro – li ha contattati uno per uno: sono stati tutti invitati a rimanere nelle loro abitazioni. Adesso bisogna vedere cosa accadrà – ha aggiunto Tajani – noi privilegiamo una soluzione diplomatica”. Nel frattempo, i golpisti hanno confermato di aver arrestato altri due ministri dell’ormai ex governo democratico: gli uomini fermati sarebbero il ministro del Petrolio Mahamane Sani Mahamadou e il ministro delle Miniere Ousseini Hadizatou Yacouba, oltre al capo del Comitato esecutivo nazionale del Partito nigerino per la democrazia e il socialismo (Pnds), Foumakoye Gado.

Aggiornato il 31 luglio 2023 alle ore 17:03