I mercenari Wagner verso la Polonia

Una ricostruzione di immagine o una farsa?

L’eterogenea composizione dei mercenari Wagner – utilizzati da Vladimir Putin come carne da cannone in Ucraina – non può avere lo stesso destino del loro capo Evgenij Prigozhin. Molte informazioni fuorvianti, costruite appositamente intorno alla figura del leader dei mercenari, sono state date sia per demolire il suo potere e devastare la sua immagine, sia per depistare le importanti indagini che i servizi segreti internazionali conducono sulla questione della “marcia su Mosca”. Ma è chiaro che l’esercito russo non intenda rinunciare al contributo di sangue che questi combattenti a pagamento possono dare sui fronti dove la carneficina è certa.

Tuttavia, tra le macerie dei Wagner, quelle poche tracce della imponente struttura ancora in piedi hanno bisogno di una “ricostruzione di immagine”, stessa cosa vale per una importante fetta dell’Esercito russo. Intanto, l’arsenale militare di cui erano in possesso è stato ridotto solo ai mezzi di trasporto-truppe e le armi offensive sono controllate dagli organi militari regolari. Inoltre, momentaneamente, il loro ruolo di combattenti sprezzanti della morte è confuso nel sistema di addestramento con i militari dell’esercito bielorusso. Infatti, questi mercenari costretti a stabilirsi in Bielorussia sono in una sorta di purgatorio dove noiosamente, rispetto alle frenetiche battaglie in Ucraina, interagiscono con le forze speciali di Minsk, magari con ipotetici programmi di attacco a largo raggio. In questo contesto, un video trasmesso a metà della settimana passata mostra Prigozhin che accoglie i suoi combattenti in un campo in Bielorussia, dove annuncia che per ora non parteciperà alla guerra in Ucraina. Esortando così i mercenari ad andare in Africa.

Ma il gruppo Wagner, ormai acefalo, è certo di essersi stabilito nello “Stato vassallo” della Russia. Ciononostante, non rappresenta una possibile minaccia per la confinante Polonia, ma eventualmente un “casus” da prendere come alibi – per la Nato – in modo da allertare il suo fianco orientale. Infatti, Varsavia ha comunicato che oltre un migliaio di mercenari Wagner sono acquartierati in una caserma a cinque chilometri dal confine polacco, aggiungendo che nelle ultime settimane sono aumentate le penetrazioni di agenti russi in Polonia.

Quindi, con il concreto rischio di una escalation del conflitto che vede concentrare le attenzioni internazionali sulle enormi tensioni nel Mar Nero, legate anche al non rinnovo da parte di Mosca dell’accordo sul “corridoio del grano” scaduto il 17 luglio, ora le fibrillazioni si manifestano anche sul confine polacco. Infatti, nello scorso fine settimana, dopo che Varsavia aveva comunicato la presenza dei Wagner all’altezza confini polacchi, Putin ha accusato il Governo polacco di voler occupare alcuni dei territori dell’ex Unione Sovietica. Il capo del Cremlino ha fatto riferimento ad alcune notizie apparse sulla stampa russa, da lui controllata, dove viene riesumata la Rzeczpospolita Szlachecka ovvero la Repubblica Nobiliare-Confederazione polacco-lituana, che ha caratterizzato la storia europea per tutto il XV, XVI e XVII secolo, arrivando ad esprimere per due volte, prima dell’avvento dei Romanov (1613), uno Zar polacco (Torbidi moscoviti, falso Demetrio e Ladislao).

Su questi articoli di stampa si accenna ad alcuni piani per ricostruire l’unità polacco-lituana al fine di svolgere le operazioni sui territori dell’Ucraina occidentale che erano appartenuti alla Repubblica Nobiliare polacco-lituana, con lo scopo di rioccupare queste regioni. Ma Putin, con funzionali ragionamenti, considera queste aree dell’Ucraina occidentale appartenenti all’ex Unione Sovietica, con tutte le conseguenze. Il capo del Cremlino ha anche dichiarato che ogni aggressione contro la Bielorussia sarebbe considerata un attacco alla Federazione Russa. Minsk è legata a Mosca dal 1999 da due “trattati di unione”.

Così la Polonia ha già allertato la propria difesa al confine bielorusso, nell’est del Paese. L’agenzia di stampa statale polacca Pap ha comunicato che il segretario del comitato di sicurezza di Varsavia è in stretto contatto con il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, e dopo un colloquio con il suo omologo a Praga, Jana Černochová, ha dichiarato che la Germania e la Nato sono pronte ad appoggiare la Polonia nella difesa del suo fianco orientale.

Ho sempre sostenuto che l’uso del nucleare non sia praticabile, ma una escalation in senso “orizzontale” – ritengo anche questa poco realizzabile – se si verificasse cambierebbe drasticamente il profilo del conflitto, aprendo a scenari non totalmente prevedibili e controllabili, che resusciterebbero timori e rancori ben presenti anche oggi nell’animo dei polacchi.

Intanto, gli Stati Uniti – lunedì 24 luglio – hanno decretato sanzioni economiche nei riguardi di tre ufficiali maliani: il ministro della Difesa, Sadio Camara, di nazionalità francese, i colonnelli dell’Aeronautica Alou Boi Diarra e Adama Bagayoko. I tre militari sono accusati di avere agevolato l’infiltrazione e il radicamento in Mali dei mercenari Wagner, i quali sono accusati di gravi attività dolose. Ma questi atteggiamenti sono ben noti da tempo. Un’azione, quella statunitense, che comunque resta degna di riflessione.

Aggiornato il 28 luglio 2023 alle ore 10:03