La peste della xilazina: come diventare uno zombie

Cos’è la xilazina, o “droga degli zombie”, sostanza da iniezione che sta invadendo il mercato degli stupefacenti negli Stati Uniti? Sulle piazze dello spaccio (non solo americano!) questo anestetico veterinario viene utilizzato per tagliare l’eroina e altre droghe sintetiche come il fentanyl, riducendone i costi al consumo. Il suo uso può provocare, al pari di una nuova, devastante lebbra, ulcere e infezioni della pelle che possono portare all’amputazione degli arti coinvolti. Nel suo caso, rimane alto il rischio di overdose, in quanto i consumatori abituali di fentanyl e di eroina ignorano i quantitativi impiegati dai trafficanti per tagliare le droghe di cui fanno uso. Dal punto di vista pratico, l’aggiunta di xilazina serve a prolungare la sensazione di euforia (che nell’uso del fentanyl è di breve durata), in modo da approssimare il più possibile l’effetto-sballo (o high in inglese) dell’eroina. Partita dagli Stati Uniti, dove l’ininterrotta crisi degli oppioidi continua ad alimentare i consumi (e le morti per overdose: più di 100mila solo nel 2021 a causa del fentanyl), la droga ha ormai raggiunto anche il mercato europeo, con il primo decesso accertato nel Regno Unito. Tanto orribili sono i suoi effetti da averle meritato il nomignolo di “droga degli zombie”, già utilizzato in passato, a dire il vero, per la desomorfina – o krokodil – diffusa invece in Russia. Storicamente, il farmaco venne sviluppato verso gli inizi degli anni Sessanta dalla Bayer, ma poi abbandonato in quanto i trial umani rivelarono ben presto che la sostanza aveva effetti pericolosi, causando un forte abbassamento della pressione sanguigna o depressione respiratoria.

Da allora in poi, la xilazina fu destinata al settore veterinario per essere impiegata in qualità di tranquillante, analgesico e sedativo, soprattutto in animali di grossa taglia come bovini o equini, o come emetico per i gatti. L’utilizzo, per così dire, “ricreativo” si è affermato solo molti anni dopo l’arrivo della xilazina sul mercato veterinario. Stando alla ricostruzione del New York Times, il ricorso alla xilazina come droga di strada ha avuto origine con ogni probabilità a Portorico, agendo da sostituto dell’eroina nelle zone rurali del Paese. Uno studio del 2011 descrive un utilizzo crescente di quella che i residenti portoricani definivano allora “anestesia de caballo”, menzionando le sue controindicazioni più temibili, come ulcerazioni e profonde ferite purulente sulla pelle dei consumatori. Negli Stati Uniti si rinviene il consumo umano di xilazina già all’inizio del primo decennio degli anni 2000, soprattutto in zone in cui risiede un’ampia popolazione portoricana, come il quartiere di Kensington a Philadelphia. La diffusione di massa parte però realmente dal 2018, in un cocktail che comprende eroina e/o fentanyl, chiamato colloquialmente “tranq” o “tranq dope”. Complice la pandemia del 2019, il consumo relativo ha raggiunto proporzioni epidemiche nell’area di Philadelphia e in tutto il Nord Est degli Stati Uniti.

A spingere in alto i consumi è il fatto che la sostanza, non essendo inserita tra quelle controllate dal Governo federale statunitense, può essere ottenuta facilmente con ricetta veterinaria. D’altro canto, la xilazina è molto più economica dell’eroina e come sostanza di taglio garantisce lauti guadagni ai trafficanti, offrendo ai consumatori prezzi più abbordabili, visto che una dose di tranq costa appena cinque dollari, contro i 10 dell’eroina. Il risultato è che, attualmente, oltre il 90 per cento dei campioni di eroina testati a Philadelphia contengono tracce di xilazina, percentuale che scende nell’area di New York al 25 per cento. La droga è ormai presente nelle partite di stupefacenti sintetici sequestrate in 36 Stati americani, e si ritiene che la sua diffusione reale sia anche maggiore, visto che non si tratta di una sostanza che viene ricercata di routine durante i controlli antidroga, o nei centri di assistenza per tossicodipendenti. Il discorso è simile anche per l’Europa, e per questo il caso intercettato nel Regno Unito potrebbe rappresentare solamente la punta dell’iceberg del mercato continentale della xilazina. Come si è già accennato, l’utilizzo di questa sostanza sembra legato alla capacità di influenzare l’azione di oppioidi sintetici come il fentanyl, rendendone gli effetti più simili a quelli dell’eroina tradizionale (sempre più difficile da trovare, anche in Europa), e quindi più desiderabili per i consumatori.

La xilazina induce nei tossicodipendenti uno stato di stupore e torpore destinato a prolungarsi per ore, esponendoli al rischio di stupri e furti. Per di più non essendo un oppioide, la sostanza resiste alla somministrazione di farmaci antagonisti come il naloxone, che invece ha effetto sul fentanyl. Nel consumo cronico, il sito dell’iniezione tende a sviluppare ulcerazioni, che possono infettarsi, e vanno incontro alla formazione di un tessuto necrotico definito in ambito medico come escara. Per chi sviluppa una dipendenza, molto spesso neanche queste dolorosissime ferite purulente rappresentano un motivo sufficiente per abbandonare la sostanza, e un po’ alla volta ci si trova coperti di escoriazioni e tessuto necrotico (da qui la definizione di “droga zombie”), con il rischio concreto che si debba ricorrere all’amputazione degli arti coinvolti, per evitare la sepsi, e quindi la morte. Negli Stati Uniti, la Dea (Drug Enforcement Administration) ha diffuso un’allerta di pubblica sicurezza riguardo all’abbinamento fentanyl-xilazina, a causa degli alti tassi di overdose.

E il presidente Joe Biden, di recente, ha designato (per la prima volta nella storia americana) la combinazione di queste due sostanze un “pericolo emergente per gli Stati Uniti. Per il momento, la diffusione in Europa della xilazina come droga è inferiore a quella americana, anche se è impossibile avere statistiche affidabili, visto che il farmaco non è tra le sostanze monitorate di routine nel nostro Continente. Tuttavia, la situazione potrebbe cambiare rapidamente in futuro, perché per il prossimo anno ci si attende un impatto negativo importante sugli effetti della disponibilità di eroina nei mercati occidentali, a causa della messa al bando, decisa dai talebani, delle coltivazioni di papaveri da oppio afghani, che tradizionalmente riforniscono il mercato europeo di eroina. E se effettivamente si assisterà a una riduzione importante di questa droga raffinata (più, o meno, pura) sulla piazza europea, è plausibile che si aprano importanti spazi di mercato per la vendita di xilazina che vedrà protagonisti, molto probabilmente, i cartelli della droga sudamericani, i quali operano in regime di quasi monopolio per quanto riguarda la produzione e il traffico di oppioidi sintetici come il fentanyl. Europeo avvisato…

Aggiornato il 25 luglio 2023 alle ore 11:00