La guerra continua

Kiev lamenta che gli scarsi risultati della controffensiva sono dovuti all’inadeguatezza degli aiuti militari occidentali. In una foto su un quotidiano si vede un soldato ucraino che trasporta un mortaio italiano “del 1961”. Il modello in questione − presumibilmente un mortaio Thomson da 120 − è, in realtà, un’arma semplice e di facile maneggio, ancora in dotazione a molte forze Nato. I mortai dispiegati nelle guerre contemporanee (largamente usati nei conflitti in Medio Oriente) sono, sostanzialmente, uguali dai tempi della Seconda guerra mondiale.  Kiev, che incolpa gli occidentali di non riuscire nella controffensiva perché non riceve armi in quantità e qualità adeguate (consuma circa 5.000 colpi d’artiglieria al giorno; è “in riserva” persino la Germania) ricorda lo scolaro che dice di andar male a scuola perché i genitori non gli hanno comprato l’ultimo modello di smartphone. Sul fronte diplomatico, in previsione del summit Nato dell’11 luglio a Vilnius, intanto Zelensky insiste per essere incluso nell’alleanza, portando, da subito, in dotazione un bel conflitto già avviato.

Citando Badoglio, “la guerra continua” è, ormai, non un verbo, ma un aggettivo perchè Kiev persegue l’impossibile sogno di una ritirata completa dell’invasore entro i propri confini senza alcuna contropartita. Di fatto una resa.  Zelensky resta tetragono a qualsiasi soluzione negoziale che porti alla cessazione delle ostilità mediante reciproche concessioni. Per esempio, riconoscendo alle regioni indipendentiste quell’autonomia contro cui, invece, le milizie nazionaliste (promosse da Zelensky a truppe regolari) combattono da un decennio. E, alla Russia, il rientro in piena sovranità sulla Crimea, a suo tempo donata, con condizionalità, da un presidente sovietico, forse, privo dei poteri costituzionali per farlo. E, comunque, anche una donazione può essere revocata per indegnità.

A distanza di un anno e mezzo dall’invasione ormai appare chiaro che questa è una guerra che nessuno potrà vincere. Solo la via diplomatica potrà silenziare il fragore delle armi. Possibile che solo in Vaticano lo abbiano capito?

Aggiornato il 07 luglio 2023 alle ore 15:29