Dialogo Cina-Usa: il nodo resta Taiwan

Prende il via la strada dei colloqui “costruttivi”. La prima visita a Pechino del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, è il segno di una svolta della diplomazia americana. Oltre otto ore di incontro con l’omologo Qin Gang, che chiede a Washington di non sostenere la “indipendenza” di Taipei. La comunicazione ufficiale definisce il confronto alla Diaoyutai State Guesthouse “sincero, approfondito e costruttivo”. Ma il nodo resta sempre il medesimo: la questione di Taiwan rimane “il rischio maggiore” nelle relazioni tra le due superpotenze. Nessun cenno diretto, infine, alla guerra in Ucraina. Intanto, in una dura nota emessa dall’emittente televisiva statale China Central Television, si legge che le relazioni tra Cina e Stati Uniti sono “al punto più basso da quando sono state instaurate le relazioni diplomatiche” tra Washington e Pechino, nel 1979, e Pechino chiede agli Stati Uniti di avere una “comprensione obiettiva e razionale” della Cina, di venirle incontro, mantenere le basi politiche delle relazioni e, soprattutto di gestire “incidenti imprevisti con calma, professionalità e razionalità”.

Il riferimento, non troppo velato, è all’incidente diplomatico innescato dal pallone cinese abbattuto dagli Usa al largo delle proprie coste a febbraio scorso, che aveva raffreddato i rapporti già complicati tra Cina e Usa, portandoli a un punto “glaciale”, come li definì Pechino. L’obiettivo, per la Cina, è di “promuovere la stabilizzazione delle relazioni sino-americane e rimetterle in carreggiata”: un compito non semplice, date le premesse, ma Cina e Stati Uniti, anche a detta di Washington, hanno rotto il ghiaccio con colloqui “schietti, sostanziali e costruttivi”. Blinken ha posto l’accento sull’importanza di “mantenere aperti i canali di comunicazione su un ampio spettro di questioni per ridurre il rischio di incomprensioni e di errori di valutazione”, si legge in una nota del Dipartimento di Stato Usa. Il risultato più apprezzabile, riconosciuto sia dalla Cina che dagli Stati Uniti, è quello di volere continuare il dialogo con una visita del ministro degli Esteri cinese negli Usa. “Le due parti hanno concordato di mantenere scambi di alto livello”, sottolinea Pechino, e “il segretario di Stato Blinken ha invitato il ministro degli Esteri Qin Gang a visitare gli Stati Uniti e Qin Gang ha espresso la sua disponibilità” a una visita.

Cina e Usa, sempre nella lettura di Pechino, hanno concordato di attuare il consenso raggiunto a Bali, a novembre scorso, dal presidente Usa, Joe Biden, e dal presidente cinese, Xi Jinping, e di “gestire e controllare efficacemente le differenze e promuovere il dialogo, gli scambi e la cooperazione”. Gli incontri di Blinken continueranno domani, sottolinea la diplomazia Usa, senza scendere nel dettaglio, ma ai toni positivi del lungo colloquio odierno fa da contraltare la questione di Taiwan, che rimane il vero nodo da sciogliere nelle relazioni. La questione dell’isola, su cui Pechino rivendica la sovranità, “è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina, la questione più importante nelle questioni sino-americane e il rischio più grande” nelle relazioni, ha sottolineato senza mezzi termini il ministro degli Esteri cinese. Non viene concessa possibilità di compromessi. La Cina richiama gli Usa a non sostenere la “indipendenza” di Taiwan, mentre gli Stati Uniti, senza citare direttamente Taiwan, sottolineano che continueranno a lavorare con alleati e partner per una visione del mondo che sia “libero, aperto e fondato su regole”.

Aggiornato il 19 giugno 2023 alle ore 10:49