Scontri tra esercito israeliano e palestinesi a Jenin

Sarebbero quattro le vittime palestinesi uccise negli scontri avvenuti con l’esercito israeliano a Jenin, in Cisgiordania. A farlo sapere è stato il Ministero della Sanità locale, citato dalla Palestine news agency (Wafa), appena identificato il quarto ucciso in Qais Majdi Adel Jabareen, soli 21anni. Nel campo profughi di Jenin sarebbero 45 i feriti, di cui 9 in gravi condizioni. Solo tra i palestinesi i feriti sarebbero 29, di cui sei considerati gravi. I violenti scontri con l’esercito di Tel Aviv hanno messo in agitazione un’altra volta in poco tempo la Cisgiordania. L’agenzia palestinese avrebbe inoltre identificato le altre tre vittime in Khaled Azzam Darwish, 21 anni, Ahmed Yusef Saqr (15 anni) e Qassam Faisal Abu Sariya (29 anni). Secondo le autorità sarebbero rimasti feriti, nei combattimenti, anche 7 soldati israeliani. Lo riferisce, di preciso il The Times of Israel, che cita funzionari e militari locali. Poi, per evacuare i propri feriti, un elicottero di Tel Aviv avrebbe aperto il fuoco di copertura, un fatto insolito che in Cisgiordania ha ricordato i violenti anni della seconda intifada.

Secondo la Wafa, almeno due palestinesi sarebbero stati arrestati nel corso dell’operazione, volta a trovare il figlio di un alto funzionario di Hamas nella regione, Jamal Abu al-Hijah, già in carcere in Israele. Il raid è avvenuto a Jenin perché è effettivamente un punto nevralgico del movimento delle milizie palestinesi, le quali hanno reagito all’incursione israeliana. Le vittime sarebbero derivate da questo botta e risposta, a parte la giovane quindicenne: il colpo mortale sarebbe stato sparato da dentro casa sua (secondo l’agenzia palestinese). La stessa Wafa avrebbe indicato che palestinesi armati avrebbero sparato ordigni esplosivi amatoriali contro i veicoli militari israeliani. l’operazione di Tel Aviv avrebbe coinvolto carri armati ed elicotteri, nel campo profughi e nel vicino villaggio di Burkin.

Il governo israeliano ha presentato, domenica scorsa, un piano per l’approvazione di migliaia di permessi di costruzione in Cisgiordania. Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno provato ad arginare quest’iniziativa di Tel Aviv, poiché l’espansione israeliana è secondo Washington un ostacolo alla pace. Il ministero degli Esteri palestinese ha condannato la decisione del governo israeliano, invitando la comunità internazionale a fare pressione “perché intraprenda le misure pratiche necessarie per costringere il governo israeliano a fermare le sue misure unilaterali illegali”.

Aggiornato il 19 giugno 2023 alle ore 18:44