Trump: una storia tutta italiana

Non era mai successo prima. Almeno non negli Stati Uniti. Mai il potere giudiziario del governo federale era stato usato contro un ex presidente. Addirittura, un editoriale del Wall Street Journal – testata sicuramente non trumpiana – titolava sabato: “Un’accusa distruttiva contro Trump”. Una caccia alle streghe dal sapore tutto italico, un uso politico della giustizia che in questi giorni non possiamo dimenticare vista la dipartita di Silvio Berlusconi, che in vita ha affrontato giusto 37 procedimenti giudiziari a suo carico.

Un numero che torna anche nella vicenda di Donald Trump arrestato in Florida e poi rilasciato. Sono infatti 37 i capi d’accusa dei quali 31 contestano la violazione del quasi mai applicato Espionage Act sulla “conservazione intenzionale di informazioni sulla difesa nazionale”.

La differenza sostanziale tra l’incriminazione ricevuta a Manhattan (per la presunta falsificazione di documenti aziendali relativi ai pagamenti nascosti che servivano per comprare il silenzio della pornostar Stormy Daniels) è che questa volta, in Florida a muoversi, non è stato il procuratore distrettuale ma l’amministrazione Biden e quindi il governo federale stesso che attraverso la nomina di un procuratore speciale del Dipartimento di Giustizia ha annunciato l’incriminazione venerdì scorso che si è concretizzata con la firma di Biden, l’attuale Presidente degli Usa.

Aggiornato il 14 giugno 2023 alle ore 14:49