Il vento della politica in Europa continua a soffiare a favore del centrodestra. La vittoria elettorale in Grecia del partito conservatore Nea Dimokratia e del premier “uscente” Kyriakos Mītsotakīs è un’ulteriore conferma che gli elettori europei premiano le idee liberali e liberiste che attuano politiche di contenimento della pressione fiscale accompagnati da una prudente gestione delle finanze pubbliche. Nea Dimokratia ha sbaragliato il partito di sinistra Syriza dell’ex premier Alexīs Tsipras, che era l’idolo della sinistra italiana ed europea. I risultati definitivi della tornata elettorale delle Politiche hanno assegnato il 40,79 per cento dei voti ai conservatori, più del doppio dei voti conquistati da Syriza che si è fermata al 20,07 per cento. I risultati reali sono andati oltre le previsioni degli istituti di sondaggi elettorali. È evidente la cocente sconfitta di Alexīs Tsipras e del suo partito che si è visto raddoppiare i voti dal partito di Mītsotakīs. Ciò nonostante, il sistema elettorale vigente in Grecia, una sorta di proporzionale puro, non ha consentito, per 5 seggi, a Nea Dimokratia di ottenere la maggioranza assoluta dei 300 membri del Parlamento ellenico.
È certo che il premier greco uscente non accetterà l’incarico di formare un nuovo esecutivo e si andrà di nuovo al voto forse tra il 25 giugno e il 4 luglio prossimo. In questo caso, se come sembra, Nea Dimokratia dovesse come è prevedibile confermare i voti ottenuti, potrebbe formare un governo monocolore. Infatti, il sistema elettorale prevede che, in quello che è una sorta di secondo turno, al partito risultato vincente viene assegnato il premio di maggioranza che gli consente di governare senza la necessità di formare un esecutivo di coalizione. Gli elettori greci hanno premiato il partito conservatore e il suo leader per i risultati conseguiti in economia. Il governo di centrodestra è riuscito nell’impresa di titanica di permettere alla Grecia di passare dal default a risultati straordinari di crescita del Pil che è stato del 8,4 per cento del 2021 e del 5,9 per cento del 2022. Le previsioni di crescita per il 2023 sono superiori alla media di quelle degli altri Paesi dell’area dell’euro intorno al 2,2 per cento. Inoltre, è riuscito a ridurre il rapporto deficit-Pil e migliorato i tassi di occupazione. È la conferma che politiche di attenuazione dell’imposizione fiscale si traducono il crescita economica, riduzione della disoccupazione e miglioramento delle finanze pubbliche. È un altro chiaro messaggio alla nomenklatura europea per le elezioni del rinnovo del Parlamento, nella primavera del 2024.
Aggiornato il 24 maggio 2023 alle ore 11:29