Tensioni lungo la striscia di Gaza: Israele in stato d’allerta

Aerei da guerra israeliani hanno sganciato nella notte diverse bombe sulla Striscia di Gaza. Stavolta senza un preavviso, senza un botta e risposta con la controparte palestinese. L’obiettivo è stato il gruppo militante Jihad Islamica, legato all’Iran. Il bilancio delle vittime è pesante: sarebbero almeno 13 i morti, tre dirigenti dell’organizzazione palestinese, ma anche civili, tra cui figurerebbero donne e bambini. Lo ha reso noto il ministro della Sanità della Striscia. L’intellighenzia militare israeliana ha reso noto che il bombardamento era mirato alle case dove si presume vivessero i leader dei terroristi islamici. Alcuni testimoni hanno riferito che gli ordigni hanno distrutto il piano superiore di un edificio a Gaza e una casa a Rafah, nel sud di Gaza. Altri raid avrebbero fatto esplodere dei sospetti centri di addestramento della Jihad. Secondo l’esercito di Tel Aviv, l’operazione “Scudo e Freccia” – il nome ufficiale dei bombardamenti – aveva come obbiettivi Khalil Bahtini, comandante della Jihad nel nord della Striscia, Tareq Ezzaldin, intermediario del gruppo con la Cisgiordania, e Jehad Ghanam, segretario del consiglio militare dell’organizzazione palestinese. Questi sarebbero i tre terroristi dietro ai recenti lanci di razzi verso Israele, secondo il comando militare. La Jihad Islamica ha confermato l’uccisione dei suoi membri.

Il primo a rispondere alle bombe israeliane è stato il leader di Hamas – organizzazione terroristica decisamente più grande di quella colpita ieri notte – Ismail Haniyeh. L’uomo ha avvertito che Israele “pagherà il prezzo” per le uccisioni. “Assassinare i leader con un’operazione insidiosa non porterà sicurezza all’occupante, ma piuttosto più resistenza”, ha dichiarato Haniyeh. Secondo il ministero degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), l’attacco di Tel Aviv è stata “una estensione della guerra aperta contro il nostro popolo e suoi giusti e legittimi diritti nazionali”. Gaza ha chiesto alla Comunità internazionale un “intervento urgente”, sottolineando la necessità di un “accordo politico negoziato” per il conflitto che, tra alti e bassi, va avanti da duemila anni.

Nell’area della Striscia Tel Aviv ha proclamato lo stato di allerta, temendo una risposta da parte della Jihad Islamica in seguito all’eliminazione dei tre dirigenti paramilitari. Si temono principalmente lanci di razzi palestinesi verso Israele, perciò le strade vicino a Gaza sono state chiuse al traffico, e la linea ferroviaria è stata interrotta nel tratto fra Ashkelon e Sderot. Centinaia di riservisti israeliani sono stati richiamati. La reazione del premier di Tel Aviv Benjamin Netanyahu non si è fatta attendere. Il primo ministro ha convocato per le 19 di stasera (alle 18 ora italiana) il Gabinetto di sicurezza del Paese, per discutere della situazione nella Striscia di Gaza. Gli attacchi della scorsa notte sono una risposta a “un’incessante aggressione da parte della Jihad islamica” e che “i terroristi uccisi erano al lavoro per condurre operazioni terroristiche contro cittadini israeliani”, lo dichiara una fonte dell’esecutivo. Infatti, dagli inizi di maggio, sono stati fatti esplodere dai terroristi palestinesi circa 100 razzi.

Aggiornato il 09 maggio 2023 alle ore 15:00