Quel “neonazista” di nome Garcia

La sparatoria di ieri in un centro commerciale ad Allen, in Texas, ha causato nove vittime tra cui l’attentatore. Il Washington Post, il The Guardian, l’Huffington Post e il Wall Street Journal riportano le dichiarazioni dei poliziotti federali giunti sul luogo, secondo i quali l’assassino fosse legato a idee neonaziste e credesse nella supremazia bianca (white supremacy). Un leitmotiv caro agli Stati Uniti, che sono spesso vittima di questo tipo di stragi. In questo caso, però, i media vicini al partito Democratico – saltando a conclusioni affrettate – non hanno preso in considerazione che l’uomo che ha aperto il fuoco si chiamava Mauricio Garcia, un ispanico di 33 anni.

Sembra davvero una forzatura incasellare il killer nella categoria di “suprematisti bianchi”, per ovvi motivi. È pur vero che, negli Usa, questo potrebbe essere un espediente per portare avanti la lotta alla vendita di armi da guerra. Ma che perfino testate italiane vicino al centro destra, come Il Giornale, parlino di suprematismo bianco, senza avere l’accortezza di farsi venire il minimo dubbio – una competenza trasversale necessaria per fare il giornalista – non figura bene nell’ottica del servizio d’informazione. Inoltre, dalle prime foto pubblicate sui social, Garcia sembrerebbe associato a una famosa gang criminale ispanica, per via di un tatuaggio presente sul dorso della mano.

Aggiornato il 08 maggio 2023 alle ore 16:15